Yvette e Virginia, date in pasto ai maiali dal marito?

Stalking, bullismo & Cyberbullismo

Di

di F. Moretti

“È la vicenda più agghiacciante che ho letto negli ultimi mesi. Veramente un allevatore, nel Vicentino, ha ucciso con una motosega le proprie mogli e poi le ha date in pasto ai suini? Le forze dell’ordine come sono arrivate a lui?”

Un lettore del corrierenazionale.net mi chiede informazioni su un giallo che vede protagoniste, loro malgrado, due donne unite da un tragico destino. La storia sembra uscire da un film dell’orrore, è il caso di dire che la realtà in questa vicenda ha superato di gran lunga la finzione.

Che cosa accomuna queste due donne, e forse la sparizione di una terza? Lo stesso marito, Valerio Sperotto, e la stessa terribile sorte. Elena Zecchinato, per gli amici Yvette, originaria della Francia, era la prima moglie di Sperotto, e la madre delle sue due figlie, Arianna e Natascia. La donna scomparve nel nulla durante la notte del 17 febbraio 1988. Secondo la dichiarazione del marito, che ne aveva denunciato la scomparsa, Yvette era andata via da casa non portando con sé nemmeno qualche effetto personale. Una madre che abbandona le sue creature? Si, è successo in più di un’occasione, ma in questa tragica vicenda è veramente poco probabile, nessuna prova a conferma della volontà della donna di abbandonare la famiglia.

Virginia Mihai, di origini romene, scomparve il 22 aprile 1999. La sua auto chiusa, e con all’interno il portafogli fu ritrovata nei pressi della stazione di Vicenza. La versione che, all’epoca dei fatti, Sperotto rilasciò alla polizia al momento della denuncia di scomparsa della seconda moglie, fu che la donna si sarebbe allontanata dopo un banale litigio avuto con il marito in macchina. Sperotto dichiarò di essere sceso dall’auto e di non averla più vista.

Indagini aperte per capire che fine ha fatto una terza donna, proveniente da un paese dell’Est e che ha vissuto a casa di Sperotto per un po’di tempo, nell’intervallo tra i due matrimoni.

Chi era Valerio Sperotto? La domanda è d’obbligo dopo gli eventi che, ormai a intervalli, riemergono a seguito delle indagini sulla scomparsa delle due mogli. Al centro dei due casi c’è sempre quest’individuo, un allevatore di suini a Velo D’Astico, in provincia di Vicenza, e prima ancora artigliere. Uomo dal comportamento controllato, ben integrato nella comunità di cui faceva parte, mai un atteggiamento che tradisse la sua vera indole. Come le forze dell’ordine sono risalite a lui? Va detto che le indagini precedenti, relative a Virginia Mihai, e portate avanti in modo accurato, non permisero di incastrare Sperotto per mancanza di prove. Gli inquirenti formularono l’ipotesi di omicidio volontario, ma la mancanza di un corpo come prova che la donna fosse morta, non permise di avere conferme differenti da quella di un allontanamento volontario. Sperotto indagato due volte per omicidio e occultamento di cadavere venne prosciolto per mancanza di prove.

Il cold case viene riaperto, due anni fa, nel 2017, anno in cui un imprenditore edile ha acquistato un fondo di proprietà di Sperotto, durante i lavori il costruttore nota nel terreno dei frammenti di ossa. Questa macabra scoperta consente di riaprire il caso, ripartono le indagini, e questa volta la polizia scientifica non trascura proprio nulla. Occultata sotto uno strato di cemento, all’interno di una vasca di grandi dimensioni usata come scolo dei rifiuti dei suini, è stata trovata una motosega. In precedenza in un effluente di liquami della porcilaia di Sperotto sono stati trovati pezzetti di un’unghia, la comparazione con il DNA di Virginia Mihai ha confermato che apparteneva alla seconda moglie. Ulteriori ricerche hanno portato a ritrovare altri residui umani, in particolare unghie, che i maiali scartano. A chi appartengono? La motosega rinvenuta è l’arma del delitto? Sperotto ha ucciso e occultato i cadaveri da solo, oppure qualcuno lo ha aiutato a disfarsi dei cadaveri? Un giallo dai contorni horror che rimane avvolto nel mistero, e già perché Valerio Sperotto è morto e ha portato con sé nella tomba due, probabilmente tre orribili segreti.

Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete: redazione@corrierenazionale.net

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