PD e Movimento 5 Stelle: strada lunga, ma possibile, per un’intesa

Abbiamo ascoltato Cascarano e Lucente, di Mola di Bari, sulle possibilità di percorso comune tra dem e grillini

Puglia

Di

L’avvocato Michele Cascarano, consigliere comunale del comune di Triggiano e commissario delegato della sezione cittadina del PD di Mola di Bari, e Nicola Lucente, esponente di spicco del Movimento 5 Stelle della stessa città, si sono così espressi sulle possibilità di intesa tra il partito guidato da Luigi Di Maio e quello guidato da Nicola Zingaretti.

Il signor Lucente premette che, alla luce dell’attuale tripolarismo dell’elettorato italiano, le «possibilità di concorrere singolarmente sono a dir poco infauste. Questo è già stato collaudato con esiti che ben conosciamo». Anche Michele Cascarano concorda con questa chiave di lettura. «Personalmente sostenevo fin dall’esito delle elezioni dello scorso 4 Marzo 2018 la necessità di esplorare una possibilità di accordo. Ci troviamo di fronte ad un sistema elettorale proporzionale e quelli erano i primi due partiti: ci si è mossi un anno dopo», le parole del commissario molese.

Con un quadro di consenso così frammentato, per cui, l’unica strada da percorrere sembra essere, per entrambi, quella di lavorare alla nascita di un percorso comune.

La ricetta, seppur con tratti differenti, presenta notevoli ingredienti comuni. Entrambi sostengono la necessità di “deporre le armi”. Chi, infatti, non ricorda i tanti momenti di alta tensione, spesso sfociati anche in vero e proprio confronto duro, intercorsi tra il partito allora guidato da Matteo Renzi e i 5 Stelle? Da Bibbiano, il più recente, a “la Piovra” di Dibattista, alla vicenda Raggi, le occasioni di scontro e di ostilità non sono mancate in questi anni.

Per prima cosa, quindi, , sia per Cascarano che per Lucente, occorre operare una “bonifica verbale”. «Questo non vuol dire rinnegare tutto ciò che è successo in passato. Significa che toni accesi e prese di posizione indiscutibili non devono esserci, perché lo scotto da pagare sarà molto alto». Anche Cascarano insiste su questo: «Bisogna lavorare su ciò che unisce, non sulle differenze. Trovati dei punti comuni», e ne elenca alcuni (solidarietà ai più deboli, accoglienza, antifascismo, n.d.r.), «si può governare per durare a lungo».

Se, poi, Cascarano è entrato più nello specifico, arrivando all’analisi del livello regionale, ritenendo che anche in Puglia, purché vengano meno alcune posizioni oltranziste soprattutto dei 5 Stelle, ci siano i margini per costruire un’intesa, Lucente è rimasto su un piano di analisi più generale.

Il commissario democratico non nutre grandi aspettative sulla possibilità di mandare in porto un accordo in terra pugliese. «Antonella Laricchia», già candidata presidente avversaria di Emiliano nelle regionali del maggio 2020, «ha già chiuso le porte, criticando il trasformismo di Michele Emiliano». Il politico triggianese coglie sia la difficoltà e l’imbarazzo pubblico di dover sconfessare la linea di pensiero tenuta fino a poco tempo prima («in certi casi tanti, tantissimi del Movimento prendevano voti andando contro il PD», puntualizza Cascarano), sia la paura della riproposizione in salsa pugliese, piuttosto che calabrese o emiliano-romagnola, dello scellerato patto civico avvenuto in Umbria tra i due partner di governo. È anche vero, però, e lo ribadisce lo stesso Cascarano, che ogni contesto ha una sua storia peculiare e che quell’accordo lì fu messo su con troppa fretta e furia, senza una reale presa di coscienza dei due partiti.

Uno dei punti sui quali maggiormente concordano i due esponenti intervistati, è la necessità di arginare l’avanzata delle destre. È proprio questa necessità a mettere d’accordo Cascarano e Lucente. «Quello delle destre, in questo momento storico, è un pericolo reale, sottovalutato anche dalla stampa che ha il compito di raccontare il quotidiano» sostiene Lucente. Cascarano aggiunge che «se capisco, ma non troppo, la possibilità di non presentarsi a livello civico, non posso accettare si estenda questo discorso su scala regionale o nazionale. In Puglia, ad esempio, se ci fosse la volontà, io credo che di temi di comune sensibilità ce ne siano. Penso a ILVA, TAP, temi ambientali: questi possono e devono essere la base di partenza sulla quale costruire».

Per Lucente, infine, la parola chiave è “coraggio”. «Scelgo questo termine perché è, a mio avviso, quello più adatto se si vuol bene alla cosa di tutti. Se si riesce, con coraggio, a confrontarsi sui bisogni, a tutti i livelli, possono emergere prospettive buone per nutrire quest’intesa, più che alleanza, in maniera stabile e duratura tra queste due forze».

Cascarano, invece, parte, o riparte, dalla necessità di tornare a far politica. «Non possono esistere diktat o veti: bisogna trovare la forza di confrontarsi su tutti i temi e fare sintesi. L’operazione può avere successo solo se non viene percepita come mera operazione di potere, ma come collettiva presa di coscienza. Altrimenti non verrà capita e rischiamo di perdere anche i nostri elettori storici a vantaggio della destra».

Avremo modo di tornare ancora sull’argomento andando a chiedere anche ad altri esponenti dei due rispettivi partiti cosa pensino di questa prospettiva di intesa PD-5Stelle, sperando di capire meglio se esistono delle basi per costruire un percorso duraturo o se, viceversa, è destinata ad essere una parentesi e basta.

 

Vito Longo

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