Quello delle Sardine resta un movimento aperto. Ma non per Casapound

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Simone di Stefano, uno dei leader del partito di estrema destra, interpellato dall’Agi, annuncia che sabato a Piazza San Giovanni i militanti ci saranno eccome, senza vessilli, ma mescolati tra la marea

sardine casapound

Il banco si allarga, ogni giorno di più. Le Sardine si moltiplicano in tutte le città italiane ribadendo la propria vocazione di movimento aperto anti-sovranista e guadagnando ogni giorno consensi nuovi e trasversali. Già, ma aperto quanto? Aperto proprio a tutti? Va bene l’adesione singola che arriva da destra o da dove meno te l’aspetti. Ma se aderisce CasaPound cosa succede? Si apre anche a loro e si nuota tutti insieme, magari a piazza San Giovanni a Roma?

“Non possiamo chiedere ad ognuno dei partecipanti alla nostra piazza la fede politica, è una piazza libera ed accogliente, non mettiamo paletti, non cacciamo nessuno. Ma allo stesso tempo fin da Bologna è stata definita una linea netta di demarcazione tra chi crede nei valori della democrazia, dell’uguaglianza, del rispetto e dell’antifascismo e chi invece viene da un passato e un presente che dimostra tutt’altro”. A precisare bene i confini del movimento sono proprio le sardine di Roma, dopo le dichiarazioni rilasciate al Fatto Quotidiano da Stephen Ogongo, uno degli organizzatori della manifestazione in programma sabato prossimo in piazza San Giovanni, che ribadiva appunto l’apertura a tutti, compresa CasaPound.

La posizione delle Sardine

Alla vigilia della grande manifestazione romana (stasera la marea anti-sovranista scenderà in piazza Castello a Torino), ecco la prima increspatura, il primo piccolo accenno di confusione all’interno di un movimento fin qui unito, solido e compatto, capace di catturare l’attenzione di persone e associazioni più diverse.

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Le Sardine in piazza a Torino

“Essere senza bandiere – hanno spiegato gli animatori del gruppo capitolino – non significa essere privi di idee e di coscienza politica. Sappiamo che la piazza di San Giovanni a Roma fa gola a molti. Ma ribadiamo con forza che l’invito è rivolto a chi crede che il linguaggio politico di una certa destra abbia passato il segno. A chi è stanco di stare a guardare dalla comodità del proprio divano”.

Poi le replica secca e categorica sul caso del giorno, che suona come primo cancello chiuso di un movimento aperto: “Stephen Ogongo ha commesso un’ingenuità. Ci dispiace che il concetto di apertura delle piazze sia stato travisato e strumentalizzato, ma non stupisce. In questo momento le piazze fanno gola a molti, lo avevamo già detto e lo ripetiamo. Rammarica che questo fraintendimento sia cavalcato da più parti. Ma è giusto dare una risposta netta. Le sardine sono antifasciste. Le sardine continueranno a riempire le piazze. Si decida da che parte stare. Noi lo abbiamo già fatto. Andrea, Giulia, Mattia, Roberto e tutte le sardine”.

Lo stop arriva a mezzo Facebook, pagina ufficiale. “Non è nostra intenzione sostituirci alle altre legittime lotte che da anni vengono portate avanti nelle città e nelle periferie, nelle fabbriche e nelle sedi istituzionali”. Ancora: “Nessun insulto, nessuna bandiera, nessuna violenza: a oltre 20 giorni dalla piazza di Bologna il messaggio non è cambiato. Chi sa leggere il presente saprà riconoscere la verità dalla bugia, la realtà dalla menzogna, la partecipazione spontanea dalla speculazione elettorale”.

Quello di CasaPound non è visto e letto come un attacco, ma come il tentativo di sfruttare un’onda lunga e al momento incontenibile da parte appunto di chi con i sovranisti della Lega e con lo stesso Matteo Salvini – principale, forse unico vero bersaglio politico del movimento – ha sempre ‘flirtato’, non solo sul tema migranti. L’incauta apertura di Ogongo potrebbe portare nel banco pesci di tutt’altra specie?

La reazione di Casapound

“Quello delle Sardine è un movimento così ampio e democratico, dovrebbe rispecchiare non solo l’opinione dei suoi 4 fondatori. Se il portavoce romano Ogongo ha detto che la piazza sarà aperta a tutti, anche a CasaPound, noi andremo senza simboli, ad ascoltare e a parlare dei nostri temi dalla sovranità nazionale al mutuo sociale”. Simone di Stefano, uno dei leader di CasaPound, interpellato dall’Agi, annuncia che sabato a Piazza San Giovanni i militanti di CasaPound ci saranno eccome, senza vessilli, magari, ma mescolati tra la marea ‘sardinesca’, nuova, vera protagonista sulla scena politica delle ultime settimane.

Le Sardine ce l’hanno proprio con Salvini? Di Stefano fa finta di nulla: “Anche noi siamo convinti che in Italia non si debba parlare solo di immigrazione e sicurezza, vorremmo parlare di tanto altro”. E aggiunge: “Saremo in piazza senza simboli, in ordine sparso non come gruppo a se stante all’interno della manifestazione”.

“Ci andiamo, ma non canteremo di certo Bella Ciao. Parliamo di idee: Mutuo Sociale, una nuova IRI, come aumentare i salari, come mettere le banche sotto il controllo dello Stato, come far circolare e aumentare la ricchezza della nostra nazione”. La marea salirà, domenica a San Giovanni, ma l’onda anomala è dietro l’angolo.

CasaPound si ‘nfiltrerà per sfruttare la corrente e far sentire la propria voce, le Sardine proveranno a tenere fuori le specie antagoniste, restando compatte ed evitando perdita di identità e forza. E provando a ribadire il concetto: movimento aperto ma fino a un certo punto. Vale a Roma come a Torino, nella sostanza, come nella forma della protesta.

L’arancione delle “Madamin”

Nei giorni scorsi, le Madamin, organizzatrici delle manifestazioni ‘Sì Tav’ dello scorso anno, avevano invitato i loro sostenitori a partecipare all’iniziativa di questa sera delle Sardine vestiti di arancione. “Leggiamo articoli sulle Madamin e sul loro vestirsi d’arancio. Quel che ci viene da dire è: le sardine non hanno colore, meno che mai arancione”, spiegano le Sardine torinesi, in vista della manifestazione di piazza Castello.

Ma in questo caso il distinguo è di tenore molto diverso e ben più inclusivo: “Una macchia di arancione nel nostro mare di colore non ci distrarrà dal cantare tutti insieme. Forse sarebbe stato meglio partecipare come cittadini, senza proclami, senza distinguo, senza aggrapparsi a una boa a forma di sardina arancione per farsi notare; ma tant’è! In piazza Castello, in fondo, si canterà a favore delle minoranze, tutte le minoranze, indipendentemente dal loro colore. Soprattutto se arancione”.

Le Madamin hanno deciso alla fine di rinunciare stasera al loro arancione, per non turbare la buona riuscita della manifestazione di un movimento in cui ‘nuotano’ anche tanti esponenti ‘no-Tav’. 

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