Chiude il museo del giornalismo di Washington
Newseum è stato il tempio del Primo emendamento della Costituzione americana. “Sopravvivremo online”, fanno sapere dalla direzione
Martedì, con l’ultimo giorno dell’anno, finirà anche il “viaggio” di Newseum, il museo sul giornalismo di Washington che dal 2008 ha attratto oltre 10 milioni di visitatori. A metà tra la Casa Bianca e la sede del Congresso, lungo Pennsylvania Avenue al numero 555, il palazzo in vetro è stato il tempio del Primo emendamento della Costituzione americana, che stabilisce la piena libertà di stampa.
Dalla prima pagina del New York Times che, nel 1927, raccontava di una nuova invenzione chiamata “televisione” al foglio stampato nel 1789 con le proposte dei primi dodici emendamenti della Costituzione, da un frammento del Muro di Berlino all’antenna del World Trade Center distrutto dagli attentati dell’11 settembre 2001, negli ampi saloni del museo milioni di persone si sono immerse nel viaggio affascinante dell’informazione, in una fase storica in cui il mondo dei media tradizionali appare sofferente.
Il palazzo che ha ospitato per undici anni il museo è stato venduto per 372,5 milioni di dollari alla Johns Hopkins University. Un passo reso necessario per la fondazione proprietaria dell’edificio e del museo per far fronte a una crisi finanziaria non più sostenibile: Newseum era famoso, celebrato, con una terrazza panoramica da cui si vedono la cupola di Capitol Hill e l’architettura neoclassica della Casa Bianca, ma non era più in grado di autofinanziarsi.
“Credo che tra le cause del problema – ha spiegato Sonya Gavankar, direttrice alle pubbliche relazioni – ci sia stato anche il momento in cui siamo nati, nel 2008, l’anno di piena recessione che ha colpito i giornali, stravolgendo il panorama generale”.