Radicali, convegno sui rifiuti a Roma

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Il Partito Radicale ha organizzato un convegno dal titolo “Chi ha paura dei termovalorizzatori? La situazione dei rifiuti a Roma e nel Lazio”.

Invitati dal segretario Maurizio Turco, che ha organizzato e introdotto il dibattito, c’erano Primo Mastrantoni, segretario dellì’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori, già assessore all’Ambiente della Regione Lazio, Paola Muraro, già assessore alla Sotenibilità ambientale del Comune di Roma, Donato Robilotta, già assessore alla Regione Lazio, Guido Bertolaso, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega all’emergenza rifiuti nella Regione Campania.

Il convegno è iniziato con la relazione del dott. Primo Mastrantoni, che ha illustrato  la situzione, sulla gestione dei rifiuti e la termovalorizzazione in Europa, in Italia, nel Lazio e a Roma. Mastrantoni ha ricordato che secondo le indicazioni europee i rifiuti urbani dovrebbero essere per il 65% riciclati, per il 25% termovalorizzati e per il 10% conferiti in discarica. A causa delle carenze impiantistiche delle regioni, ben 200 mila Tir girano per l’Italia e all’estero, provocando inquinamento, intasamento e aumento delle tariffe dei rifiuti. Il Lazio e Roma non hanno impianti attivi sufficienti, per cui si continua a inviare i rifiuti in giro per l’Italia e all’estero.

La dott.ssa Paola Muraro  ha ripetuto più volte che senza impianti non si va da nessuna parte, citando anche quegli impianti che da tempo sono bloccati, come il Gassificatore di Malagrotta e il Tmb di Guidonia. Impianti realizzati e autorizzati e che “per motivi incomprensibili non si riesce ad attivare”.

Il dott. Donato Robilotta,  ha puntato il suo intervento sul ruolo della politica che ha fatto dei rifiuti una “merce di scambio elettorale” senza preoccuparsi né delle conseguenze economiche né di quelle ambientali.

Il dott. Guido Bertolaso ha ricordato la sua esperienza a Napoli e in Campania, con i decreti del Governo che consentirono la realizzazione del termovalorizzatore di Acerra, grazie al quale la Campania e Napoli uscirono da una emergenza drammatica.

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