Apologo dello scorfano dubbioso

Arte, Cultura & Società

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Un uomo possente, esperto di nuoto, sedeva sugli scogli. Il figlio, adulto, ma non esperto e forte come il padre, stava facendo il bagno. Trovandosi in difficoltà, prese a chiedere aiuto a gran voce, chiamò il padre una, due, cento volte. Perì tra i flutti. Un granchio corridore non riusciva a capire: “Fratello riccio, come è possibile? Perché l’uomo sugli scogli che tanto amava il figlio, non è intervenuto prima ancora d’essere chiamato, d’essere pregato, supplicato?”. Ma neppure il riccio capiva. Intervenne una patella: “Forse non l’amava abbastanza, forse non l’amava per niente”. 

Si senti la voce di una donzella: “Ma come può essere, giacché era suo padre?”. Nessuno capiva. Il granchio, che non si dava pace, riprese a parlare con voce cupa: “Forse era distratto, forse dormiva”. E la donzella: “Ma come può essere, giacché era suo padre, e sapeva del pericolo che correva il figlio?”. Passava di là uno scorfano: “Scusate se m’intrometto, ma siete certi che sugli scogli c’era un uomo?”. Il granchio e la patella e la donzella e il riccio risposero in coro: “L’uomo c’era, ma non sappiamo e forse non sapremo mai perché ha lasciato il figlio soffrire e morire”. Se n’andò lo scorfano scuotendo la testa dubbioso: “Secondo me, non c’era, non c’era, non c’era”.
 
Questa storiella è per papa Francesco, che ha dichiarato: “Ho chiesto al Signore di fermare l’epidemia: Signore, fermala con la tua mano. Ho pregato per questo”.
 
Renato Pierri 

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