Confermati gli ad delle partecipate, cambiano le presidenze

Economia & Finanza

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Il ministero dell’Economia ha depositato le liste per il rinnovo dei consigli di amministrazione di Eni, Enel, Poste e Leonardo.  I profili di Descalzi, Starace, Profumo, Farina

 
 

Confermati alla guida delle ‘big’ partecipate dallo Stato gli amministratori delegati uscenti. Il governo ha deciso per la linea della continuità alla luce dei buoni risultati ottenuti dai manager e della tempesta economica e finanziaria in cui si trova il mondo a causa della pandemia da coronavirus. Francesco Starace è stato cosi’ rinnovato alla guida di EnelClaudio Descalzi a quella di Eni, Matteo Del Fante a PosteAlessandro Profumo a Leonardo.

A presiedere il board di Leonardo, al posto di Gianni De Gennaro, sarà Luciano Carta che lascia la presidenza dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna). Unica eccezione Maria Bianca Farina che e’ stata confermata dal ministero dell’Economia alla presidenza di Poste.

Nei prossimi giorni sarà il turno dei nuovi pacchetti alla guida di Terna, Enav e Banca Mps. Novità dovrebbero esserci per il gruppo elettrico alla cui guida dovrebbe arrivare da Acea Stefano Donnarumma, al posto di Luigi Ferraris. Alla presidenza dovrebbe essere invece nominata Valentina Bosetti, ordinaria di Economia ambientale all’Università Bocconi.

Stesso discorso per l’Enav con Paolo Simioni in pole position per la poltrona di ad e Francesca Isgrò per quella di presidente. Per Banca Monte dei Paschi di Siena, infine, Guido Bastianini dovrebbe essere l’ad indicato dal Mef, azionista al 68% dell’istituto senese, mentre l’ex Enel Patrizia Grieco andrebbe a occupare la presidenza.

I profili degli ad

Claudio Descalzi all’Eni per la sfida più grande

Ha traghettato l’Eni in un periodo “tra i più difficili nella storia dell’oil&gas”, cambiando profondamente il gruppo proprio per permettergli di arrivare in porto. Ora è di fronte a quella che molti analisti dell’energia definiscono la tempesta perfetta. Claudio Descalzi, nato a Milano nel 1955, laurea in fisica, viene confermato alla guida del Cane a sei zampe per il suo terzo mandato.

Le difficoltà non sono mancate in questi sei anni di governo del gruppo: basti pensare che nel 2014, quando il manager che ha speso tutta la vita lavorativa all’interno di Eni fu nominato alla guida dell’azienda, il petrolio valeva 100 dollari al barile. Di li’ a poco le quotazioni crolleranno, fino ai minimi di 27 dollari (gennaio 2016) ma grazie alle misure di efficienza, taglio dei costi (“senza toccare un solo posto di lavoro”, ripete sempre l’ad) e alla scoperta di giacimenti negli ultimi anni Eni è diventata un’azienda più agile e forte.

L’ultima sfida, probabilmente la piè difficile, è quella che il mondo del petrolio ha davanti in questi giorni. Il crollo delle quotazioni a partire dai primi giorni del mese di marzo a causa della pandemia da coronavirus ma anche per le incertezze iniziali dei paesi produttori riuniti nell’Opec+ con la “guerra dei prezzi” tra Arabia Saudita e Russia ha riportato le quotazioni del greggio indietro di quasi 20 anni, sotto i 20 dollari al barile. In questo scenario ‘bellico’, Descalzi è intervenuto velocemente, modificando il piano strategico e apportando quelle modifiche alle linee di sviluppo che consentiranno al gruppo di superare anche ‘la tempesta perfetta’. Mosse molto apprezzate dal mercato e dagli analisti. 

“Mettiamo in campo questi interventi con l’obiettivo di difendere la solidità del nostro bilancio e del dividendo, preservando al contempo i piu’ alti standard di sicurezza sul lavoro”, ha spiegato pochi giorni fa l’amministratore delegato. Il tutto mentre il gruppo e’ impegnato in una trasformazione profonda all’insegna della maggiore sostenibilita’. “L’Eni del futuro sarà ancor piu’ sostenibile”, ha affermato Descalzi a fine febbraio in occasione della presentazione del piano. “Sara’ rinforzata nel suo ruolo di attore globale nel mondo dell’energia, arricchita da business quali le rinnovabili e l’economia circolare, oggi ai primi passi ma con uno sviluppo futuro di rilievo e altamente connesso ai business esistenti”. Questa strategia porterà alla riduzione al 2050 delle emissioni assolute nette dell’80%.

Numerose le scoperte, negli ultimi anni, nell’oil&gas. Basti pensare a Zohr, il megagiacimento a gas nell’offshore egiziano, il piu’ grande mai rinvenuto nel Mediterraneo o all’altro fiore all’occhiello, quello in Mozambico. Insomma, la strategia di Eni nell’upstream è quella di puntare su progetti convenzionali e near-field: “Operiamo la maggior parte dei nostri progetti con quote rilevanti e questo consente di vendere parte dei nostri asset, realizzando cosi’ una generazione di cassa anticipata”, ha ricordato Descalzi a proposito del dual exploration model. Altra operazione rilevante e’ stata quella fatta a inizio del 2019 con l’acquisizione della quota del 20% da Adnoc della società Adnoc Refining, uno dei gruppi maggiori al mondo attivi nella raffinazione. 

La storia professionale di Descalzi, come detto, è tutta all’interno di Eni (“Questa è casa mia”, ha ripetuto molte volte parlando dell’azienda). Prima di diventare amministratore delegato nel 2014 è stato dal 30 luglio 2008 direttore generale della Divisione Exploration & Production, il cuore delle attività dell’azienda. E’ stato inoltre presidente di Assomineraria e vice presidente di Confindustria Energia.

Nel 1981, a 26 anni, inizia la sua carriera in Eni come ingegnere di giacimento. Diventa poi Project Manager per lo sviluppo delle attività nel Mare del Nord, in Libia, Nigeria e Congo. Nel 1990 è nominato Responsabile delle attività operative e di giacimento in Italia. Nel 1994 assume il ruolo di Managing Director della consociata Eni in Congo e nel 1998 diventa Vice Chairman & Managing Director di Naoc, la consociata Eni in Nigeria. Dal 2000 al 2001 ricopre la carica di Direttore dell’area geografica Africa, Medio Oriente e Cina. Dal 2002 al 2005 e’ nominato Direttore dell’area geografica Italia, Africa e Medio Oriente, ricoprendo inoltre il ruolo di Consigliere di Amministrazione di diverse consociate Eni dell’area. Nel 2005 diventa Vice Direttore Generale di Eni – Divisione Exploration & Production.

Nel 2012 Descalzi è il primo europeo ad aver ricevuto il prestigioso premio internazionale Spe/Aime “Charles F. Rand Memorial Gold Medal 2012” dalla Society of Petroleum Engineers e dall’American Institute of Mining Engineers (Aime).
Descalzi è inoltre Visiting Fellow of the University of Oxford. Nel dicembre 2015 entra a far parte del “Global Board of Advisors del Council on Foreign Relations”.

Nel dicembre 2016 è stato insignito della Laurea Honoris Causa in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio presso la facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata “per aver promosso e sostenuto l’applicazione di criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica nell’individuazione e utilizzo di risorse energetiche, gestione di attività produttive e recupero di aree industriali in un’ottica di salvaguardia della salute umana e del territorio”. 

Francesco Starace, l’ingegnere innamorato delle rinnovabili all’Enel

Sta trasformando il gruppo Enel, traghettandolo dalle energie piu’ tradizionali (carbone e nucleare) alle rinnovabili. Nato a Roma nel 1955, Francesco Starace – designato per la terza volta amministratore delegato dell’Enel – si e’ laureato al Politecnico di Milano in ingegneria nucleare. “Continuiamo a rafforzare la leadership globale nelle rinnovabili con oltre 3 GW di capacita’ costruita nell’anno”, il 2019, “in tutto il mondo, battendo nuovamente il nostro stesso record dell’anno precedente”, ha detto recentemente il manager.

Dopo una breve esperienza nel Nucleare Italiano, ha iniziato una carriera nel campo dell’ingegneria e costruzioni di Centrali Elettriche, con ruoli crescenti all’interno di società prima del gruppo Ge e successivamente del gruppo Abb. Ha vissuto all’estero per diversi anni, sia negli Stati Uniti, sia in Arabia Saudita, Egitto, Bulgaria. Prima di entrare in Enel nell’autunno 2000, Starace ha lavorato in Svizzera ed era responsabile globale per tutte le attivita’ di vendita e realizzazione di Centrali Ccgt e Turbogas del gruppo Abb e successivamente Alstom. In Enel e’ stato responsabile della area di business power all’interno della divisione generazione ed energy management dalla sua creazione, successivamente direttore della divisione Mercato.
Amministratore delegato di Enel Green Power fin dalla nascita della societa’ nel 2008, prima del ‘salto’ nella controllante Enel a partire dal 2014. Incarico che ora gli e’ stato riconfermato grazie all’impronta fortemente innovativa che ha dato al business del gruppo. Il manager ha puntato sulla diversificazione e oltre all’energia il suo mandato si e’ caratterizzato per l’attenzione data alle tlc: ha lanciato Open Fiber per portare la banda ultralarga in tutto il paese.

Il banchiere Alessandro Profumo confermato in Leonardo

 “Negli ultimi due anni abbiamo mantenuto o superato le nostre promesse e siamo ben posizionati per avere successo nel lungo periodo”. Una buona premessa per Alessandro Profumo, il banchiere confermato alla guida di Leonardo, che parlava cosi’ il mese scorso presentando il bilancio 2019. Il manager potrà proseguire il proprio lavoro alla guida dell’azienda dell’aerospazio e della difesa per il secondo mandato.
“Abbiamo una visione chiara del nostro percorso strategico: rafforzare e trasformare il business per crescere e accelerare il processo di innovazione per incrementare la competitività nel lungo periodo. Siamo concentrati sull’esecuzione del nostro Piano per la creazione di valore per tutti i nostri stakeholder”, sottolineava Profumo.

Nato a Genova nel 1957, è stato presidente del Monte dei Paschi di Siena e amministratore delegato del gruppo UniCredit. Sotto la sua guida il Gruppo Unicredit e’ divenuto un player di livello europeo passando da 15.000 a oltre 162.000 dipendenti e presente in 23 Paesi. Profumo e’ stato vicepresidente e membro esecutivo dell’Abi.

Bianca Maria Farina, in Poste dal 2004

Per Bianca Maria Farina arriva la conferma alla presidenza di Poste. La manager, indicata dal Tesoro per il secondo mandato, ha un passato nel gruppo avendo iniziato a lavorare nella società del 2004. Romana, classe 1941, ha ricoperto fino al 2007 la carica di direttore generale. Successivamente le e’ stato affidato l’incarico di amministratore delegato del gruppo assicurativo Poste Vita (assume lo stesso ruolo anche per Poste Assicura). A inizio 2016, l’allora ad Francesco Caio le affida il risparmio gestito.

La sua carriera nel campo assicurativo risale a molto tempo prima. Assunta in Ina nel 1963, nella sua lunga carriera ha svolto vari incarichi tra cui direttore amministrazione e fisco fino a diventare vicedirettore generale. Arriva poi all’Ania dove nel 2011 viene nominata vice presidente e poi, nel 2015, presidente. E’ stata una figura importante in varie operazioni tra cui la trasformazione dell’Ina da ente pubblico economico in societa’ per azioni e poi la sua privatizzazione.

Nel 2016 è stata nominata Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Molto attiva anche nel sociale: dal 2017 fa parte del Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale Bambin Gesu’ ed e’ inoltre Consigliere di Amministrazione di “Save the Children

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