I piani dei governatori che vogliono riaprire  

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L’AGI ha raccolto le parole dei presidenti di Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Calabria che sulla Fase 2 vorrebbero dal governo maggiore possibilità di incidere sul calendario delle ripartenze

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© TIZIANA FABI / AFP –

I governatori delle regioni premono per poter decidere autonomamente sul calendario delle prossime riaperture di attività della Fase 2. Il primo ad agire è stato Arno Kompatscher, Presidente della Provincia autonoma dell’Alto Adige, il cui Consiglio ha approvato una legge apposita, già entrata in vigore.

All’attenzione della stessa Provincia, oltre che del Friuli Venezia Giulia, anche il tema della riapertura dei confini internazionali con Austria e Slovenia, a cui si sono detti favorevoli. Ecco le dichiarazioni raccolte dall’AGI.

Alto Adige  

“Non c’è stato nessuno strappo con Roma, loro erano informati anche perché abbiamo inviato il testo delle legge con la richiesta di eventuali suggerimenti. La nostra è una ripresa in sicurezza che coinvolge tutti i cittadini per una responsabilità comune”.

A dirlo, interpellato dall’AGI, è Arno Kompatscher, governatore dell’Alto Adige, a poche ore dall’approvazione in Consiglio provinciale della legge ‘ad hoc’ sulla ripresa graduale delle libertà di movimento della popolazione, delle attività economiche e delle relazioni sociali a seguito della pandemia di Covid-19. “La nostra provincia ha avuto situazioni critiche, la situazione è stata abbastanza pesante ma nel complesso siamo stati abbastanza fortunati”, ha aggiunto.

“Come emerso dalla conferenza Stato-Regioni di ieri ormai c’è apertura anche a livello nazionale e credo sarà attuata nell’arco della prossima settimana” ha detto inoltre  dell’Alto Adige. “Con il governo abbiamo sempre continuato il dialogo anche quando abbiamo annunciato che noi ci saremo mossi con una legge autonoma – ha precisato il Landeshauptmann altoatesino – in tutti i dpcm c’è sempre stata la postilla della salvaguardia delle autonomia ma nell’ultimo dpcm ci aspettavamo che venisse indicata la possibilità di apertura, sempre in base alla situazione epidemiologica, a livello territoriale ma così non è stato”. 

Kompatscher riferendosi alla fase 1, ha detto, di aver “apprezzato come il Governo ha gestito la crisi perché è intervenuto in maniera tempestiva e adeguata, per questo ho fatto ripetutamente i complimenti al premier Conte e ai ministri Speranza e Boccia”. 

“In caso di impugnazione della legge provinciale questa ha lo stesso rango di una legge statale ma si riferisce ad un determinato territorio, resta in vigore e dovrà essere osservata e fatta osservare”, ha detto rispondendo successivamente al ministro agli Affari regionali Francesco Boccia che ha annunciato l’impugnazione della legge provinciale altoatesina. 

“Non sempre quando si annuncia l’impugnazione poi viene effettivamente impugnata e non sempre si conclude davanti alla Corte Costituzione, l’iter è tutto da vedere”, ha precisato Kompatscher

Quanto alle frontiere, ha detto all’AGI “vorremo l’apertura dei confini a livello europeo, stando al livello di contagio non ha più senso chiudere i confini e quindi speriamo in una soluzione europea: noi come Alto Adige siamo pronti”.

“Ho appena sentito telefonicamente il collega Platter (presidente del Tirolo austriaco, ndr) e anche lui mi ha ribadito la sua disponibilità ma i collegamenti tra due Nazioni spettano ai rispettivi ministeri degli Affari Esteri”, ha sottolineato Kompatscher. “Lui mi ha detto che farà richiesta a Vienna, noi ci interesseremo con Roma. Da quello che mi è sembrato da parte dell’Austria c’è disponibilità”. 

Friuli Venezia Giulia

“Credo non bisognerà attendere molto per l’apertura dei confini con la Slovenia, ma, secondo me, bisognerà farlo in maniera simmetrica, cioè quando le rispettive attività di qua e di là dei confini sono attive”. Lo ha detto il presidente del Fvg Massimiliano Fedriga. “Se non fosse così chi apre dopo rischia di essere svantaggiato”.

Quando potrà avvenire? “Ma per il momento non sappiano neppure cosa avverrà sul nostro territorio e, quindi, bisogna attendere. Noi la richiesta l’abbiamo fatta al governo ed è quella di poter permettere da lunedì prossimo 11 ottobre l’apertura del commercio al dettaglio e dal 18, invece, dare spazio alle regioni per riaprire anche tutto il resto. Io penso – ha concluso – che sia una proposta equilibrata e responsabile, considerando anche che, soprattutto nel commercio al dettaglio, alcune tipologie di vendita sono già state aperte, sempre nella massima sicurezza.

Piemonte

“L’Italia ha aree con situazioni diverse e noi abbiamo condiviso l’impostazione della Conferenza delle Regioni, ma, allo stesso tempo, ci siamo riservati la possibilità di valutare le nostre scelte in base a quello che sarà l’andamento del contagio”. Così il presidente del Piemonte Alberto Cirio ha risposto all’AGI, il giorno dopo la Conferenza Stato-Regioni, sulla possibilità di anticipare alcune riaperture.

“In Piemonte – ha aggiunto Cirio – stiamo monitorando questa prima fase di apertura con grande attenzione. Fin dall’inizio dell’emergenza abbiamo seguito la linea della cautela. Questa prudenza ora deve e può convivere con la necessità di tutti noi di ripartire”.

Calabria

“Condivido lo spirito dell’ordinanza del presidente Emiliano che consente la ripartenza per parrucchieri e centri estetici giacchè ritengo essenziale che in questa fase di riapertura i territori, sulla base delle proprie esigenze, possano avere un ruolo fondamentale”. Lo afferma Jole Santelli, presidente della Regione Calabria. “Mi auguro che il Governo – aggiunge – comprenda che queste scelte non sono il frutto di una volontà di fare un braccio di ferro, ma al contrario rappresentano una richiesta di ascolto e di aiuto”. 

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