Casaleggio: non mi hanno invitato agli stati generali, ma ho un piano

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Il guru dei Cinque Stelle illustra i suoi dieci punti per far ripartire l’Italia e chiede che il prossimo capo del Movimento venga votato  

© Claudia Greco / Agf 
– Davide Casaleggio

“Il 2020 è l’anno in cui è necessario investire nell’economia oltre il 15% del Pil per sostenerla e rilanciarla”. In un’intervista al Corriere della Sera Davide Casaleggio, anima, guru e motore dei 5 Stelle, il titolare della piattaforma Rousseau per il voto sulle decisioni interne ed erede di Gianroberto, spiega i contenuti di un documento dal titolo “Niente sarà più come prima” dal quale emerge un piano di rilancio per l’Italia in dieci punti. Ovvero, “dieci anni di finanziarie tutte concentrate in un solo anno che devono creare valore da redistribuire in futuro”. 

Lo studio, secondo Casaleggio, ha infatti “dimostrato che occorre digitalizzare il Paese, efficientare le risorse, sostenere la liquidità per il reddito e le aziende, investire in ricerca e sviluppo, nuova energia, sanità” perché “il territorio deve essere resiliente e va rivisto l’approccio sulle infrastrutture puntando sulla manutenzione e non su nuove grandi opere”. Anche perché “l’approccio al lavoro sta cambiando e così anche la formazione”.

Un contro-piano Colao? Alla domanda, Casaleggio dice solo che “i sostegni all’economia potranno essere utili nell’immediato e infatti sono emersi nella ricerca come uno dei dieci punti su cui gli Stati devono impegnarsi” ma occorre anche avere “il coraggio di guardare al futuro”. Ovvero, “serve investire con obiettivi a lungo termine” in quanto “le aziende che oggi sopravvivono grazie ai sussidi il prossimo anno devono poter competere ad armi pari con i concorrenti esteri grazie a una digitalizzazione del Paese e forti investimenti in ricerca e sviluppo”.

E lo Stato? “Lo Stato è sicuramente tornato centrale” risponde il titolare della Casaleggio Associati, che sugli Stati generali che si aprono oggi dice di non essere stato invitato mentre sulla necessità di un nuovo leader del Movimento risponde così: “A condurre il Movimento sono da sempre stati gli iscritti. Se parla del capo politico l’ultimo si è dimesso e quindi per legge dovrà esserne votato il successore”. E sul secondo mandato chiosa: “Ci siamo dati delle regole all’inizio di questo percorso bisogna fare in modo che le stesse vengano rispettate”. 

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