Vivarini alla ricerca dell’alba dentro l’imbrunire

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Per niente facile. Parafrasando una celebre canzone di Ivano Fossati, nell’inedita veste di neo “barbuto”, mister Vincenzo Vivarini deve provare a portare il Bari in serie B, almeno questo è il progetto societario, ma crediamo anche il suo. La barba in stile Sean Connery, come ha detto in conferenza stampa una nostra domanda, gli ha fatto compagnia nelle giornate zeppe di malinconica monotonia, e chissà che non gli abbia dato una spinta in più per provare ad affrontare meglio i playoff con a disposizione tre gare, dove il Bari è costretto a vincerne almeno due gare su tre.

Vivarini ne mastica di calcio, è uno che non lascia nulla di intentato e fa del “gioco” il suo credo per poter vincere le partite, anche se è pur vero che i 25 risultati utili consecutivi non sono bastati a far sentire il fiato addosso alla Reggina che man mano ha preso il volo rimanendo sempre a debita distanza dai baresi. Ma è pur vero che la squadra biancorossa ha mostrato una sua precisa identità. Infatti il record di partite che ha visto il Bari imbattuto non è casuale, ma è frutto di un atteggiamento di una squadra che ha sempre provato a vincere le gare imponendo il proprio gioco venendo meno, tuttavia, a certe caratteristiche, vale a dire quelle per cui non sempre ha prevalso la qualità che nella rosa ce n’è in abbondanza, e non sempre è riuscita a difendere il vantaggio facendosi colpevolmente rimontare, spesso e volentieri, perdendo punti preziosi volti a raggiungere la vetta che sembrava a portata di mano se solo ci avesse creduto di più e se solo avesse vinto certe partite finite, invece, in parità.

E riprendere a giocare sotto temperature elevate dopo mesi di fermo forzato, non sarà facile (per la verità non lo sarà per nessuna squadra, mal comune mezzo gaudio), e riproporre lo stesso tipo di gioco sarà anch’esso difficile perché certi meccanismi perdono forza come il mare quando cala il maestrale, ed andrebbero oliati a dovere, ma è condizione primaria trovare dapprima la potenza fisica, poi quella muscolare e solo alla fine quelle tecnica e tattica perché sono troppi i giorni in cui non si è lavorato. Tra l’altro non si potranno nemmeno disputare amichevoli per fare minutaggio e per cercare la forma migliore. Difficile attendersi, dunque, di giocare ad alti ritmi fino alla fine di ogni gara, bisognerà dosare le forze ed evitare cali di concentrazione, evitando distrazioni come è accaduto in diverse partite dove il Bari ha giocato molto bene, almeno in porzioni di gare, senza realizzare quanto prodotto in campo, così da mettere al sicuro il risultato.

Per riprendere occorreranno altre caratteristiche, vale a dire la forza mentale, l’agonismo e l’approccio alla gara, ma soprattutto occorrerà che i giocatori di qualità e di categorie superiori diano quell’apporto necessario per cercare di vincere le gare senza troppi problemi altrimenti saranno dolori anche perché le avversarie che incontrerà saranno compagini di valore.

Bisognerà, infine, anche gestire bene tutta la rosa a disposizione, in quanto ci sarà bisogno della razionalizzazione delle forze in vista di eventuali infortuni tipici di chi ha ripreso ad allenarsi dopo 4 mesi di stop o in vista di defezioni a causa della mancanza di minutaggio, ed il Bari, sicuramente, possiede tanti elementi pregiati che possono dare il contributo per la vittoria finale, tutto sta a gestirli bene, senza dimenticare che, per fortuna, sono previste cinque sostituzioni.

Vivarini, dunque, è chiamato ad una prova difficile, vale a dire quella, parafrasando Battiato, di trovare l’alba dentro l’imbrunire così come gli avrà, probabilmente, insegnato un suo maestro di calcio. Le premesse ci sono tutte, ma occorrerà scendere in campo con giudizio e personalità ed un po’ di poesia nascosta dentro la sua barba.

 

Massimo Longo

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