Italia e Spagna pagheranno più cara la crisi da Covid-19

Economia & Finanza

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A stimarlo è una ricerca di PwC secondo cui il 60% delle persone nei due Paesi ha subito una contrazione delle proprie entrate. Inoltre il 42% degli italiani e fino al 56% degli spagnoli prevede di ridurre significativamente le proprie spese nei prossimi mesi. crisi difficoltà economiche famiglie povertà

Italia e Spagna pagheranno più di altri paesi il conto del Coronavirus anche a livello economico. A stimarlo una ricerca di PwC, secondo cui il 60% delle persone nei due Paesi ha subito una contrazione delle proprie entrate (57% in Italia e 61% in Spagna); al tempo stesso il 42% degli italiani e fino al 56% degli spagnoli intervistati prevede di ridurre significativamente le proprie spese nei prossimi mesi e per loro la principale preoccupazione sono le prospettive lavorative (57% in Italia, 60% in Spagna vs 33% in Germania).

Di contro, evidenzia la ricerca i paesi del Nord vedono i redditi delle famiglie meno colpiti dalla pandemia (solo il 34% in Germania dichiara di aver subito una diminuzione del proprio reddito, seguito da 38% in Olanda e 48% in Francia) e i consumatori ritengono di ridurre le proprie spese nei prossimi mesi sono limitati (25% in Germania, 30% in Olanda e 30% in Francia). Le fasi più acute della pandemia i consumi sono state caratterizzate dall’acquisto compulsivo di prodotti necessari – come generi alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona – con un costante aumento della spesa media, sottolinea la GCIS Pulse Survey realizzata dal gruppo. 

La spesa per grocery è aumentata per il 64% degli italiani (seguita, a distanza, dal 35% che ha aumentato spese di Entertainment & Media e dal 27% che ha aumentato spesa per food delivery o pickup), e la metà degli intervistati ha acquistato generi alimentari con minor frequenza rispetto a prima dell’emergenza (ma con carrelli più grandi). Andamento opposto invece avranno gli acquisto di beni non necessari come ad esempio l’abbigliamento: la categoria è stata tra le maggiormente penalizzate con il 58% del campione italiano che ha ridotto spese di abbigliamento e calzature, “ma quando i consumatori si sentiranno di nuovo al sicuro, è ipotizzabile e auspicabile un effetto di revenge spending”.

“Siamo di fronte a un forte momento di discontinuità che avrà ripercussioni sull’economia, sulle abitudini di consumo e sul paniere della spesa. Di fronte ad una crisi che ci auguriamo sia la più breve possibile e a una ripresa che potrebbe essere molto lunga, le aziende dovranno adattarsi ad una normalità “diversa” da quella pre-COVID, in cui le abitudini di consumo e le aspettative dei consumatori saranno cambiate – talvolta in modo temporaneo, talvolta in modo permanente – sia per la domanda di beni e servizi sia per i canali di acquisto. In generale, ci attendiamo dai consumatori una tendenza ad acquistare sempre piu’ Made in Italy, anche in un’ottica di solidarietà collettiva. Parallelamente, tra le aziende si verificherà un aumento della collaborazione volta a far ripartire l’economia del nostro Paese, aiutando in primis le filiere produttive e le piccole e medie imprese”, sottolinea Erika Andretta, partner PwC.

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