Ai Paesi ricchi la metà delle future dosi del vaccino anti-Covid

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Lo denuncia la Ong Oxfam: Stati Uniti, Gran Bretagna, Unione europea, Giappone e altre nazioni hanno firmato una molteplicità di contratti per garantirsi in anticipo la produzione  

AGI – Un gruppo di paesi sviluppati, in cui vive il 13% della popolazione mondiale, ha già preacquistato la metà delle future dosi di vaccino contro il coronavirus. La denuncia è di Oxfam che in un rapporto sottolinea la difficoltà che avrà gran parte del resto del mondo a reperire un vaccino nel periodo iniziale della sua distribuzione. La logica dei paesi più ricchi, spiega la Ong, è di approvvigionarsi per precauzione presso più fabbricanti concorrenti, nella speranza che almeno uno di loro riesca a produrre un vaccino efficace.

E così gli Stati Uniti dalla metà di maggio, poi la Gran Bretagna, l’Unione europea, il Giappone e altre nazioni hanno firmato una molteplicità di contratti per garantirsi in anticipo la produzione e la consegna delle dosi se i test in corso si dimostreranno validi.

Tra i grandi gruppi che hanno siglato intese di questo tipo figurano AstraZeneca, Sanofi, Pfizer, Johnson & Johnson, la biotech americana Moderna, il laboratorio cinese Sinovac e l’istituto russo Gamaleia. Secondo Oxfam, sono stati già sottoscritti contratti per 5,3 miliardi di dosi con aziende e laboratori entrati nella fase 3 della sperimentazione.

Di queste, il 51% sarebbero destinate a Paesi sviluppati e il resto promesso a nazioni in via di sviluppo come India, Bangladesh, Cina, Brasile, Indonesia e Messico. Secondo un calcolo della Afp, gli Stati Uniti si sono già riservati 800 milioni di dosi da 6 fabbricanti e l’Unione europea ne ha già acquistate 1,5 miliardi. 

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