Le banche del futuro saranno digitali e online

Economia & Finanza

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Il sistema bancario sta vivendo una vera e propria rivoluzione, e i cambiamenti sono già in atto. Le banche tradizionali, come tutti noi le conosciamo, sono al centro di una profonda trasformazione, che corre verso un futuro altamente tecnologico e universalmente alla portata di tutti.

Dimentichiamoci, infatti, delle lunghe file d’attesa in banca per fare un bonifico cartaceo, compilare un F24, effettuare un versamento o un prelievo; e dimentichiamoci pure dei tanto amati impiegati allo sportello, che ricoprivano un ruolo fondamentale nella gestione delle operazioni quotidiane con i clienti della banca.

Da qui al 2030, per avere successo e rimanere in vita, la banca del futuro dovrà abbracciare la tecnologia emergente, rimanere flessibile per adottare nuovi modelli di business, in continua evoluzione, e mettere i clienti al centro di ogni strategia.

La trasformazione del sistema bancario ha portato inevitabilmente con sè la necessità di attuare un ripensamento interno della struttura di ogni istituto finanziario, con l’infausta conseguenza di un enorme taglio nel numero di lavoratori. Dal 2007 al 2018, infatti, sono complessivamente 74 mila le persone che hanno perso il proprio posto di lavoro nel settore bancario. Nello stesso arco di tempo le filiali sono calate del 22,5%. E come riporta l’ultima ricerca dell’azienda di consulenza Oliver Wyman, nei prossimi cinque anni si prevede un taglio dei costi da 5 miliardi, con 70 mila addetti e 7 mila filiali in meno, sottolineando la riconversione di oltre il 45% degli impiegati bancari che dovranno necessariamente acquisire nuove competenze per rimanere aggiornati alle ultime tecnologie, e quindi per non perdere il posto di lavoro.

Nonostante la rivoluzione che ha investito l’intero settore bancario, “le banche tradizionali continuano ad essere necessarie. – ha affermato Paolo Galvani, presidente di Moneyfarm in un’intervista a Sky TG24 – Il problema è che negli ultimi dieci anni le banche si sono misurate con delle sfide veramente molto grandi, sia a livello di sistema, sia a livello tattico”.

Continua il co-fondatore di Moneyfarm: “A livello di sistema, (le banche hanno dovuto affrontare) regulations, capitali e controlli dopo la crisi del 2008, c’è stato un grande rafforzamento patrimoniale, ma anche (in termine) di controlli. Inoltre, tassi di interesse bassi, curve dei tassi piatte, che dal punto di vista delle banche è sempre un problema, economie che crescono molto poco, tutto (questo) scenario rende il lavoro della banca complicato. Dall’altro lato, invece, c’è l’utilizzo del cliente, quindi quello che il cliente cerca, e questo è un altro elemento di grande cambiamento a cui le banche devono adeguarsi.”

Una via d’uscita che possono avere le banche tradizionali per continuare ad operare sul mercato è senza dubbio allearsi con le aziende fintech, ovvero gruppi finanziari e tecnologici. Per l’appunto “il fintech è questo nuovo paradigma di iniziativa esterna al mondo bancario che cerca di innovare tutto quello che è il mondo dei servizi finanziari, dai pagamenti agli investimenti e al servizio banche. – secondo il presidente Galvani – Inizialmente, (fintech e banche) si sono mossi un po’ in competizione, ma con il passare del tempo ci si è resi conto che c’è anche uno spazio di collaborazione molto forte. (La soluzione è) quindi mettere insieme l’innovazione di prodotto e la velocità del mondo fintech con il grande mondo delle banche che sono sedute su tanti clienti e che devono innovare ma che fanno un po’ fatica a farlo in modo veloce, questo è risultata essere una ricetta davvero molto interessante.”

Come riporta Moneyfarm sul suo blog, l’80% dei risparmiatori italiani ormai usa le filiali solo per operazioni a basso valore aggiunto. Oggi già 13,7 milioni di italiani usufruiscono dei servizi finanziari mediante il proprio smartphone (dato in crescita del 30% rispetto all’anno precedente) e il 35% dei clienti delle banche è pronto a considerare un’offerta senza filiali.

Nonostante l’Italia sia quint’ultima in Europa per digitalizzazione, i risparmiatori stanno indicando una strada che porterà gli operatori del settore ad un cambio di paradigma. Il futuro sembra davvero indirizzato verso un connubio tra banca tradizionale e Fintech. I risparmiatori lo hanno capito e ne stanno già usufruendo, premiando la semplicità e la trasparenza di servizi di gestione digitale del risparmio come Moneyfarm.

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