“Il buon senso c’era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune”

Attualità & Cronaca

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Questa frase, tratta dal capitolo XXXII del romanzo “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni che narra della peste che colpì Milano nel 1630, evento di grande attualità alla luce dell’esperienza personale e collettiva del COVID19, si applica in maniera mirabile agli eventi della scuola italiana che tutti stiamo vivendo.

In particolare alla volontà lodevole, in via di principio, del Ministro di voler portare a termine in tempi rapidi i concorsi straordinari e ordinari per dare stabilità ai docenti precari da troppo tempo e offrire ai ragazzi continuità didattica.

Quest’anno scolastico nato in mezzo a innumerevoli difficoltà finalmente ha avuto inizio e i ragazzi hanno gustato la fisicità delle persone e dei luoghi in cui sono tornati ad abitare. Se i partecipanti al concorso straordinario, programmato per il 22 ottobre sono 66.000, ecco che la bellezza e utilità di questo evento iniziale viene vanificato dopo pochi giorni dall’assenza di tutti questi docenti impegnati nelle prove concorsuali.

Uno dei principi cardine della Pubblica Amministrazione è il buon andamento sancito nella nostra Costituzione ove all’articolo 97 viene richiamato che i pubblici uffici sono organizzati in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità della pubblica amministrazione.

Inoltre la Carta di Nizza all’articolo 41 riconosce il diritto ad una buona amministrazione.

Lo Stato quindi deve garantire l’erogazione di servizi secondo un criterio di ragionevolezza richiamato dalla Corte Costituzionale (Sentenza 59/1997 Zagrebelsky).

Quindi è ragionevole svolgere le prove alla fine di ottobre ad un mese dall’inizio dell’anno scolastico? Risponde agli interessi dei cittadini?

Se alla prima domanda si risponde “no”, ne consegue  che non risponde agli interessi dei cittadini in quanto priva i discenti, nel maggior parte minori, per alcuni giorni dei loro docenti e non dà a questi ultimi la tranquillità psicologica per svolgere le prove.

Già il benessere fisico e psicologico è il miglior antidoto contro il COVID.

E allora la soluzione è dietro l’angolo: far svolgere le prove durante le vacanze natalizie. Infatti l’anno scolastico ormai iniziato assicura a queste persone il lavoro. La stabilità comunque avverrebbe a settembre.

Il buon senso prevalga e secondo la lezione del Manzoni serva a tutelare il benessere e la salute fisica e mentale di tutti e ciascuno.   

Dario Felice Antonio Patruno

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