di Maria Zaccaria, sociologa criminologa
Svolta nelle indagini dell’omicidio di Lecce. È stato ritrovato un quadernetto in casa dell’omicida, all’interno del quale il signor De Marco (colui che ha ucciso i due giovani innamorati Eleonora e Daniele), aveva creato una sorta di storia che rispecchierebbe la sua terrificante azione.
De Marco ha iniziato a scrivere questa storia dal dicembre 2019 al 28 agosto 2020 (un mese prima dell’omicidio). Nel racconto intitolato “Vendetta”, il protagonista aveva l’obiettivo di provocare sofferenza e la morte altrui. Nelle pagine del racconto, verso la fine comparirebbero dei dettagli forse riconducibili a Daniele De Santis, ma il riferimento a Eleonora Manta non sembrerebbe esserci.
È possibile che il De Marco ha portato a termine ciò che scriveva in quelle pagine? Quando ha pianificato e messo in atto l’omicidio ha prevalso il senso di vendetta? Ha ucciso perché vedeva che la giovane coppia era felice perché si era realizzata sul lavoro e nella vita sentimentale? Forse è stato spinto dai rifiuti che ha avuto in passato da alcune ragazze e ha nutrito in lui un sentimento di vendetta?
Ma cosa è la vendetta? Tutti nell’arco della nostra vita abbiamo, almeno una volta, sentito il bisogno di vendetta o per un torto subito o per un qualcosa che non è andata secondo i nostri piani o altro. Il sentimento di vendetta è legato proprio a questi aspetti, tutto questo, può generare un dolore psichico caratterizzato da rancore, desiderio di vendetta e rabbia. La conclusione della vendetta è la “punizione”.
È proprio così che è andata? Si è partiti dal desiderio di vendetta per finire con la punizione, ovvero l’omicidio?
Nonostante il De Marco abbia confessato che è stato lui a compiere l’omicidio, i dubbi sono ancora tanti sul perché è stato spinto a commettere questo grave fatto.
Maria Zaccaria (Sociologa Criminologa)