E’ la giornata internazionale per l’abolizione della schiavitù

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Di Euronews 

Secondo l’ultimo report dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), oggi nel mondo ci sono oltre 40 milioni di persone, vittime di quella che chiamiamo “schiavitù moderna”: traffico di esseri umani, lavoro forzato e matrimoni coatti.

  • In tutto il mondo ci sono Paesi nei quali la schiavitù è molto più diffusa che in Europa. Ma esiste in ogni Paese”, spiega Todd Landman, professore di scienze politiche all’Università di Nottingham. “Qui nel Regno Unito c’è un problema di schiavitù moderna, ad esempio. E si presenta in forme diverse. In tutta Europa ci sono forme di lavoro forzato, matrimoni forzati, sfruttamento sessuale, in gradi diversi”.

La Giornata Internazionale per l’abolizione della schiavitù si celebra in questa data, perché fu il 2 dicembre del 1949, che l’Assemblea generale approvò la Convenzione delle Nazioni Unite, per la repressione del traffico di persone e dello sfruttamento della prostituzione. Entrò in vigore il 21 marzo 1950 e l’Italia la recepì ai sensi della L. 23 novembre 1966, n. 1173.

Fatti e cifre

  • Si stima che nel 2016 (ultimo report di ILO) circa 40,3 milioni di persone vivano in condizioni di “schiavitù moderna”, di cui 24,9 milioni in lavori forzati e 15,4 milioni in matrimoni forzati.
  • Ciò significa che ci sono 5,4 vittime di schiavitù moderna, per ogni 1.000 persone nel mondo.
  • 1 vittima su 4 di schiavitù moderna sono i bambini.
  • Dei 24,9 milioni di persone sottoposte a lavori forzati, 16 milioni sono sfruttate nel settore privato, come il lavoro domestico, l’edilizia o l’agricoltura; 4,8 milioni sono vittime dello sfruttamento sessuale forzato e 4 milioni di persone del lavoro forzato imposto dalle autorità statali.
  • Le donne e le ragazze subiscono maggiormente il lavoro forzato: rappresentano il 99% delle vittime nello sfruttamento della prostituzione e il 58% in altri settori.

“In tutto il mondo ci sono Paesi nei quali la schiavitù è molto più diffusa che in Europa. Ma esiste in ogni Paese”, spiega Todd Landman, professore di scienze politiche all’Università di Nottingham. “Qui nel Regno Unito c’è un problema di schiavitù moderna, ad esempio. E si presenta in forme diverse. In tutta Europa ci sono forme di lavoro forzato, matrimoni forzati, sfruttamento sessuale, in gradi diversi”.

La Giornata Internazionale per l’abolizione della schiavitù si celebra in questa data, perché fu il 2 dicembre del 1949, che l’Assemblea generale approvò la Convenzione delle Nazioni Unite, per la repressione del traffico di persone e dello sfruttamento della prostituzione. Entrò in vigore il 21 marzo 1950 e l’Italia la recepì ai sensi della L. 23 novembre 1966, n. 1173.

La Carta dei diritti dell’uomo all’articolo 5 vieta la tratta degli esseri umani. Ogni anno circa 700.000 persone ne sono coinvolte.

Fatti e cifre

  • Si stima che nel 2016 (ultimo report di ILO) circa 40,3 milioni di persone vivano in condizioni di “schiavitù moderna”, di cui 24,9 milioni in lavori forzati e 15,4 milioni in matrimoni forzati.
  • Ciò significa che ci sono 5,4 vittime di schiavitù moderna, per ogni 1.000 persone nel mondo.
  • 1 vittima su 4 di schiavitù moderna sono i bambini.
  • Dei 24,9 milioni di persone sottoposte a lavori forzati, 16 milioni sono sfruttate nel settore privato, come il lavoro domestico, l’edilizia o l’agricoltura; 4,8 milioni sono vittime dello sfruttamento sessuale forzato e 4 milioni di persone del lavoro forzato imposto dalle autorità statali.
  • Le donne e le ragazze subiscono maggiormente il lavoro forzato: rappresentano il 99% delle vittime nello sfruttamento della prostituzione e il 58% in altri settori.

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