Il video del  rider preso a calci e pugni per rubargli lo scooter

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Le immagini di una rapina violenta a Napoli diventano virali e parte la raccolta fondi per la vittima. Arrestati gli autori del furto

Auto polizia

Ha perso il lavoro, ma non si è avvilito, e ha preso a fare consegne. Gianni, 52 anni, padre di due figlie, usava lo scooter di una di loro per  fare il rider. Uno scooter che ha cercato di difendere la sera del 2 gennaio scorso, quando, mentre era in via Calata Capodichino, zona Arenaccia, è diventato bersaglio  di una gang di rapinatori.

Le indagini

Ma le indagini partite dalla sua denuncia alla polizia, forse anche grazie a un video girato da un balcone e postato nei social da un consigliere regionale, hanno portato presto a risultati.

Sono stati fermati infatti tutti e sei i presunti autori del pestaggio. I primi due a essere portati in questura erano stati per due minorenni legati a pregiudicati del clan Di Lauro, uno figlio di un elemento di spicco della cosca e l’altro di un affiliato detenuto. Avrebbero, a quanto apprende l’AGI, 15 e 16 anni. Questa mattina sono stati rintracciati nel rione cosiddetto Terzo Mondo. Uno di loro sarebbe stato alla guida dello scooter bianco che nel video diventato investe la vittima alle gambe, mentre l’altro è tra coloro che infieriscono a pugni e calci contro la vittima. Uno dei due avrebbe già confessato, assistito dal suo legale. Altri due minorenni e due appena maggiorenni sono stati poi individuati e fermati.

Il video

Il video dell’aggressione, messo in rete da Francesco Emilio Borrelli, diventato in breve virale, mostra gli attimi salienti dell’aggressione al rider. In sei a bordo di due scooter lo hanno bloccato per rapinargli il mezzo. Il gruppo, volti coperti da sciarpe, cappelli e mascherine anti-Covid, ha cercato di trascinarlo via dal sellino davanti la fermata degli autobus, e poi lo ha preso a schiaffi sempre più violenti, calci e pugni. Quando era a terra, ma ancora aveva le mani sul manubrio, uno dei guidatori dei mezzi lo ha anche investito con la ruota anteriore del suo ciclomotore, passando sulle sue gambe.

La raccolta fondi

La vittima, nonostante il coraggioso tentativo di resistenza, ha avuto la peggio ed è stata lasciata a terra, mentre i sei fuggivano con lo scooter rapinato. Durante gli attimi della violenza, è passata anche una vettura in strada, senza fermarsi. Dopo la diffusione del video, sempre sul web è partita anche una raccolta fondi per permettere al rider di tornare al lavoro con un altro mezzo.

Le reazioni

 “Un gesto vile, infame, che fa rabbia e fa riflettere sulla natura di certe dinamiche criminali: 6 contro uno per togliere il mezzo di lavoro ad un padre di famiglia!”, scrive in un post di Facebook Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia. “Lo Stato – sottolinea Morra – non può permettere questo e mi auguro che, grazie alle riprese, si possano individuare e punire questi criminali, garantendo parimenti più controlli sul territorio per prevenire il ripetersi di schifezze simili. L’altra faccia della medaglia di questa storia però restituisce speranza. È partita una gara di solidarietà e, attraverso una raccolta fondi online, nell’arco di tre ore è stata superata la cifra di 11 mila euro, destinata all’acquisto di un nuovo scooter per questo signore”.

La Napoli che ci piace è quella che si è mobilitata in poche ore raccogliendo i soldi necessari (oltre 11 mila euro) per ricomprare lo scooter a Gianni. Ma c’è poi quella Napoli che non ci piace e che esiste ed è quella della camorra, della criminalità organizzata, dei reati predatori, delle stese, che va combattuta insieme dalle forze dell’ordine e dalla società civile. Siamo stanchi di violenze e soprusi. Dobbiamo disarmare Napoli”, osserva il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto.

“La risposta dello Stato è stata immediata nei confronti dei responsabili di questa azione criminale. Un gesto gravissimo contro chi, con grande difficoltà, sta affrontando la crisi. Il lavoro resta la priorità che ci impegna tutti anche all’inizio di questo nuovo anno”, rimarca il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. E il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, chiede più controlli:  “La pandemia sta provocando desertificazione nelle città  e sono necessari perché se in giro non c’è nessuno, le strade rischiano di diventare territorio di scorribande criminali”.

Il racconto della vittima

Sono arrabbiato, è vero, ma adesso sento più dispiacere. Io avevo capito che erano ragazzi, e adesso ne ho la certezza. Mi dispiace per loro”, dice all’AGI Gianni Lanciano, il protagonista di questa brutta storia, che però ha un lieto fine. Infatti, oltre a vedersi restituire lo scooter dagli investigatori, che lo hanno trovato poco distante dall’abitazione di uno dei fermati, si è visto offrire anche da un imprenditore di Ottaviano, paese alle falde del Vesuvio, un posto di lavoro come macellaio. agi

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