Singapore cambia idea: l’app di contact tracing potrà essere usata per indagini penali

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TraceTogether utilizza un protocollo diverso da quello utilizzato da molte app sviluppate dai governi occidentali, compresa l’italiana Immuni 

 

© Afp – TraceTogether, app Singapore

I dati raccolti dall’app di contact tracing sviluppata a Singapore potranno essere consultati e usati anche dalla polizia. La conferma è arrivata dal governo che in un primo momento aveva negato che i dati di tracciamento di TraceTogether potessero essere utilizzati per indagini sui cittadini, o per qualsiasi attivita’ al di fuori del controllo dei contagi.

L’app al momento secondo la Bbc è stata scaricata sugli smartphone dell’80% dei cittadini di Singapore. Secondo quanto riportato dalla Bbc, prima l’adozione dell’app era volontaria, poi la richiesta di utilizzo è stata estesa per l’accesso ai supermercati e ai luoghi di lavoro.

TraceTogether utilizza un protocollo diverso da quello utilizzato da molte app sviluppate dai governi occidentali, compresa l’italiana Immuni. A Singapore i dati vengono raccolti in un server centrale, mentre l’Italia ha adottato il sistema decentralizzato creato da Google e Apple per consentire lo scambio di codici via bluetooth tra sistemi operativi Android e iOS.

Singapore è stata tra le prime nazioni al mondo a lanciare lo scorso anno un’app di contact tracing. Prima ancora che Google e Apple lanciassero il loro protocollo. Gestendo i dati a livello centrale, l’app consentiva un tracciamento rapido dei contagi. Ma il modello ha fin da subito suscitato dubbi per la privacy perchè tutti gli spostamenti registrati sarebbero finiti in un server gestito dalle autorità centrali.

Per questo in un primo momento il governo ha assicurato che la finalità della raccolta dati sarebbe stata esclusivamente legata all’emergenza pandemica. Poi il dietrofront: il ministro dell’Interno, Desmond Yan, in Parlamento ha ammesso che i dati potranno essere utilizzati anche “ai fini di un’indagine penale”.

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