La forza del Progetto Radici, intervista al Vice Direttore Daniela Piesco

Attualità & Cronaca

Di

di Stefania Romito

 “Radici” si prefigge la finalità di dare visibilità a quegli aspetti che possono riguardare gli italiani all’estero ma anche di dare visibilità in Italia a quelle che possono essere le istanze degli stranieri che vivono o che intendono costruirsi un futuro nel nostro Paese. Oltre a questi, quali sono gli altri campi di sviluppo del Progetto Radici?

Riceviamo richiami d’interesse per il quotidiano internazionale on-line “Progetto Radici”. Ne prendiamo atto; ma è meglio non confondere. “Radici”, nella sua finalità di riferimento per i Connazionali all’estero, è ancora in crescita. Lo scriviamo per evitare una sorta di confusione che vorremmo evitare. La realtà degli italiani “altrove” è un contesto che intendiamo seguire a fondo. Situazione per la quale ci siamo impegnati già da anni. Ma “Progetto Radici” vuole essere di più e di meglio e coinvolgere anche gli aspetti socio/organizzativi della nostra Comunità nel mondo. Certo che ci vuole impegno e coerenza per essere integralmente presenti sul piano informativo. Questa premessa la chiariamo da subito. Tra il “progetto” e la sua “realizzazione” è stata considerata una serie d’adempimenti indispensabili per mantenere lo spirito di un programma nato per informare. Da parte nostra, cercheremo d’essere concreti anche quando gli argomenti da trattare da “politici” si evolveranno in “economici”. I contenuti di questo quotidiano internazionale saranno utili anche ai Lettori che lo seguono dal Bel Paese. Non mancheranno, ovviamente, parecchie novità che andremo a proporre. Però, ci vuole pazienza. Attivarsi in modo improprio potrebbe vanificare il nostro l’impegno per gli italiani che vivono all’estero.

Quale tipo di supporto offre “Radici”, in termini di visibilità e di comunicazione, ai nostri connazionali che vivono in Arabia Saudita e che potrebbero avere desiderio di far ascoltare la loro voce nei propri paesi di origine?

L’Italia è stata, da sempre, terra d’Emigrazione. Oggi, lo è ancora. Un fenomeno sociale, che si è ridimensionato, ma non scomparso; soprattutto sia in Area UE che fuori, appunto in Arabia Saudita.  Con Valeria De Carlo, corrispondente di “Radici” dall’Arabia Saudita, vorremmo evidenziare il disinteresse delle forze politiche, nella generalità, nei confronti dei Connazionali stabilmente fuori della Penisola. Perché i conti non tornano. A dispetto di tante promesse, il loro “peso” elettorale conta poco. Tuttavia, gli italiani nel mondo, con diritto di voto, sono oltre quattro milioni. Una “forza” politica che, se fosse meno dispersa, potrebbe influire tangibilmente sulla governabilità d’Italia. Con una seria modifica della legge elettorale, chi vive oltre confine potrebbe essere votante autonomo dai partiti nazionali. Nonostante qualche presa di posizione, con la quale sono state condivise alcune nostre tesi, non c’è stata conseguenza concreta. Insomma, da noi manca una normativa politica che armonizzi con i requisiti degli italiani oltre confine; con un meccanismo che evidenzi le stesse opportunità degli italiani residenti nello Stivale. Invece, piaccia o no, esiste tuttora un confine, magari meno netto che per il passato, che rileva un “distinguo” tra chi vive all’estero e chi è nel Bel Paese. Presa in esame la nostra attuale situazione politica, gli italiani nel mondo potrebbero rappresentare un arricchimento a vantaggio della democrazia nazionale. Se sono, come sembra, le istituzioni a funzionare a scartamento ridotto, si provveda. Noi abbiamo proposto un Dipartimento per gli Italiani all’Estero (DIE). Il problema non è più quello di inserire l’Emigrato nel tessuto socio/politico del Paese nel quale vive ma, semmai, estendere questo tessuto in Patria. Una Tesi che anche questo Esecutivo non ha neppure preso in considerazione. Insomma, col 2021 potrebbero maturare nuove“regole”della politica. Facile da scrivere, ma difficile, purtroppo, da realizzare. Sarà possibile? Un interrogativo che, ovviamente, rafforza la nostra nota d’apertura che intendiamo approfondire. Con “Progetto Radici”, c’è la competenza e la volontà per varare le nostre tesi.

A quale dei tanti ambiti di competenza di Radici (cultura, politica, rete diplomatica, import –export, ecc.) tendete ad attribuire maggiore rilievo?

Anche se la nostra Emigrazione ha cambiato volto, resta ancora con specifici problemi che nessuno ha provato, in concreto, a risolvere; neppure i Parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero. Con questa premessa, giacché con la confusione dei ruoli non ci si può confrontare, riformuliamo una proposta potenzialmente valida per tutti. Anche per avere consigli. Torniamo a prospettare la ratifica del DIE (Dipartimento per gli Italiani all’Estero) al servizio di chi, cittadino italiano, vive e lavora lontano dalla Penisola. La struttura che ravvisiamo dovrebbe avere una sua posizione organizzata e originale. Una sorta di struttura attivata da referenti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. La nostra deduzione, che non è nuova, tiene anche conto di specifici aspetti logistici e della gestione di una simile struttura. Come a scrivere che è meglio “essere in pochi ma buoni”. Con un impegno economico contenuto, si potrebbe così tracciare la fisionomia del DIE. La succitata struttura dovrebbe assicurare il coordinamento, vincolante, dei problemi di pertinenza degli italiani d’oltre frontiera presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per la verità, neppure questo Esecutivo, che non avrà vita lunga, s’è mai espresso in merito. Però, un progettino, magari “in pectore”, potrebbe anche averlo. Se così fosse, la posizione socio/ politica degli italiani d’oltre confine potrebbe essere meno atipica in una Penisola, dove la mancanza di un’abile rappresentatività della nostra Comunità nel mondo se non è il “male” maggiore è, certamente, la parte non più condivisibile di una disorganizzazione che dura da troppo tempo e si chiama “indifferenza”.

Tra le vari sezioni del giornale vi è anche quella dedicata alla “Rete diplomatica”. Quali sono gli aspetti di punta di questa sezione?

Per rete diplomatica si intende il complesso di tutti quegli enti e istituzioni che rappresentano gli interessi dell’Italia all’estero: circa mille realtà, tra ambasciate, consolati, istituti di cultura, rappresentanze permanenti (come quella presso le Nazioni Unite) e delegazioni diplomatiche speciali. Quindi per noi è importante questa sezione  a servizio della ricerca e della diplomazia. Avere una rete diplomatica forte ed una diplomazia  capillare aiuterà il nostro giornale a mantenere un ruolo di rilevanza e centralità anche e soprattutto nelle iniziative multilaterali e non solo bilaterali.

Daniela Piesco,(foto) insieme a Valeria De Carlo (corrispondente del “Progetto Radici” dall’Arabia Saudita) sarà ospite della trasmissione televisiva “NOI ITALIANI”, ideata e condotta dalla giornalista e scrittrice Stefania Romito, in onda martedì 26 gennaio alle ore 22:30 su Tele7Laghi (in replica giovedì 28 gennaio alle ore 19:15 e sabato 30 gennaio alle ore 13).

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