Diritti d’autore AP/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
–Il sudouest.fr riporta di quando chiamò il suo direttore ‘Gestione del rischio’ al CHU. “Mi odierete per la paura e la pressione che vi porto”, disse. Voleva lasciar intendere: “Sarà qualcosa di molto, molto forte per il nostro ospedale universitario, per il Paese. E accadrà di nuovo non solo nel sud-ovest, non solo in Francia, non solo in Europa ..”
“La gestione dei primi pazienti è stata davvero rigorosa sotto tutti i punti di vista – racconta Malvy -Abbiamo messo delle guardie davanti alle loro stanze perché c’erano persone che arrivavano dappertutto. Chiedevamo loro: ‘Ehi, non ti conosco, sei un dottore? Sì, sì, sono un dottore. Dove? Di sopra … Ma non ti ho mai visto!” E poi questi scompariva… “. Dopo si sarebbe scoperto che il virus circolava già prima di quel 23 gennaio in Europa, e anche in Francia dove già a metà novembre alla periferia di Parigi, Bondy, c’era un malato.
Malvy parla di un “dopo” dove un Covid addomesticato e vaccinato sarà vissuto “come una malattia stagionale” simile all’influenza, al punto da essere trascurabile. Fino alla prossima epidemia.
Un nuovo confinamento in Francia? “Necessario per ripartire poi”
Alle soglie di un probabile nuovo confinamento, il terzo per la Francia, Malvy si dichiara favorevole a nuove restrizioni. “Il contenimento è necessario per permetterci di ripartire e riprenderci a fine primavera-estate con tutta la Francia che vuole mettersi al lavoro”, ha dichiarato a Franceinfo.
E il vaccino? Il professor Malvy lo considera uno strumento necessario ma non sufficiente. Sottolinea l’importanza delle misure di barriera: indossare una maschera e distanza fisica.