Lo psicologo tra i banchi di scuola

Ambiente, Natura & Salute

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Incontri al confine di contatto

Di Gianfranco Peragine

Un documento del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP), in cui campeggia lo slogan “Senza Psicologia non c’è Resilienza”, laddove con resilienza si fa riferimento alla capacità psicologica delle persone e delle organizzazioni di fronteggiare le situazioni in modo costruttivo, rimarca la necessità che, nell’utilizzare i fondi europei (Recovery Fund), sia potenziata la rete e la presenza degli psicologi in settori influenti della nostra società come i contesti di cura e i servizi sanitari, i luoghi di lavoro e di studio (la scuola, l’università, la formazione, l’orientamento) e in campo sociale con obiettivi di equità territoriale, di genere e sociale.
Sono proprio questi gli ambiti più diffusi e cruciali per saper riconoscere e rispondere tempestivamente ad un disagio sociale sempre più diffuso (ma silente) al fine di prevenire malesseri più gravi promuovendo le risorse psicologiche di resilienza a livello individuale e collettivo. Infatti, molti contesti di vita quotidiana hanno mostrato delle carenze e delle difficoltà durante la pandemia (prima fra tutti la Scuola) che ancora adesso, in questa nuova fase di incertezza si stanno aggravando.
A ben vedere, stringendo il focus sulla Scuola, le carenze e le difficoltà di questa nel nostro Paese hanno una storia piuttosto longeva che affonda le radici ben più lontano della pandemia 2020; è una storia fatta di precariato e di smantellamento di un sistema che ad oggi appare affaticato e sfibrato, molto spesso impegnato nella corsa e nel rispetto della burocrazia e dei programmi ministeriali (sicuramente anch’essi importanti) piuttosto che occuparsi primariamente del benessere educativo, psicologico e sociale di chi la vive. Sono molteplici e variegati gli aspetti problematici del mondo Scuola, a partire da problemi prettamente strutturali dei plessi scolastici sino alla difficoltà di essere insegnanti oggi. Probabilmente siamo innanzi ad un’istituzione che a volte sembra aver perso autorevolezza e rispetto e che spesso non considera come dietro agli alunni e agli insegnanti ci siano bambini e ragazzi, uomini e donne con un bagaglio, una storia, delle qualità, delle potenzialità e delle emozioni e che proprio da questo occorre partire per favorire l’apprendimento e la relazione.
Al fine di restituire l’antico splendore alle vesti e all’anima della nostra Scuola, s’invoca a squarciagola un cambio di rotta, sia a livello istituzionale, per far sì che la Scuola riprenda il ruolo autorevole e il rispetto che merita, sia a livello di adeguato sostegno e di promozione del benessere nel contesto scolastico. Rispetto a questo, oramai, si sente il bisogno della figura dello Psicologo Scolastico per portare la sua professionalità al servizio dei bisogni di un contesto essenziale per la tenuta del nostro tessuto sociale nonché florido vivaio della formazione e crescita della Persona del domani. Quale ruolo è chiamato a svolgere all’interno della scuola? Lo Psicologo scolastico può essere impiegato per molteplici finalità: anzitutto può fornire consulenza psicologica individuale agli insegnanti al fine di prevenire stress e burnout lavorativo; agli alunni e ai genitori in modo da intercettare e prevenire disagi e promuovere competenze emotive e relazionali; si occuperebbe di attività per il gruppo classe, per il corpo docenti e per il gruppo dei genitori; di orientamento scolastico e professionale; di promozione di un clima collaborativo all’interno della scuola e fra scuola e famiglia; di migliorare le dinamiche relazionali nelle classi e di favorire l’inclusione.
La pandemia odierna ha sicuramente accresciuto la consapevolezza di quanto sia necessario fare qualcosa di più. Bisogna affrontare la difficoltà, lo stress e la frustrazione della ripresa ai tempi del Covid-19. Alunni ed insegnanti, pian piano, stanno tornando a ripopolare le classi e i corridoi delle scuole dopo mesi di didattica a distanza (DAD) e lo stanno facendo avendo preso tutta una serie di precauzioni (come richiesto dalle disposizioni anti-covid); lo fanno con incertezza e confusione a volte, in quanto le norme non sempre sono chiare, ma anche con paura e ansia per i contagi, per i cambiamenti nelle classi, per le eventuali nuove chiusure, per i bambini che entrano la prima volta a scuola, per quelli che aspettano l’insegnante di sostegno, per quelli che a loro volta vivono disagi emotivi. Purtroppo questa pandemia ha aggravato diversi disagi o ne ha portati di nuovi; alunni, insegnanti e genitori hanno spesso gestito i mesi di DAD con difficoltà e frustrazione. Durante i mesi a casa, sono venuti meno quegli elementi essenziali legati alla socializzazione che la scuola permette e che sono fondamentali per la crescita globale degli alunni giacché è proprio stando insieme ai propri coetanei che si apprende a collaborare e stare in gruppo, a fidarsi gli uni degli altri, ad essere empatici, a sviluppare la propria personalità e le proprie competenze. Non si deve dimenticare anche che, per molti ragazzi, purtroppo non è stato possibile neppure accedere alla DAD per la mancanza di risorse tecnologiche o per condizioni di disabilità varie. Sicuramente i mesi di chiusura non sono stati uguali per tutti, ma sicuramente sarà un periodo che resterà vivo per sempre nella memoria di tutti, bambini, ragazzi, insegnanti e genitori. È per questo necessario cercare di ristabilire una quotidianità quanto più serena e sicura possibile e fornire il sostegno necessario affinché tutti possano attingere alle proprie risorse di resilienza.
E’ dunque da tutte queste constatazioni che ad oggi si richiede una presenza sistematica e strutturale dello Psicologo nelle Scuole come sostegno alla vita scolastica.
Un ottimo primo risultato è stata l’emanazione di bandi, a livello di ogni singola scuola, per l’istituzione di sportelli d’ascolto che vedono attualmente impiegati gli psicologi nelle scuole mettendo al servizio di alunni ed insegnanti la propria professionalità e il proprio aiuto al fine di rinforzare quella maglia di contenimento psicologica per i soggetti che abitano la scuola, luogo dove spesso proliferano, molte volte, taciti ed ignorati, disagi psicologici importanti.
La figura dello Psicologo Scolastico, in conclusione, è fondamentale se si vuole mettere al centro della Scuola il benessere emotivo, psicologico e relazionale di chi la vive.

Dott. Peragine Gianfranco

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