Premiazione Concorso “Aldo Moro”, Loredana Capone: “ il diritto allo studio e alla salute in Italia grazie a lui”

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di Myriam Di Gemma

BARI – “Ho ancora in  mente il 9 maggio 1978: organizzammo una grande manifestazione in piazza Prefettura, a cui parteciparono migliaia e migliaia di persone. Da segretario provinciale della Democrazia Cristiana, feci preparare un manifesto su cui c’era scritto: MORO VIVRA’. Ora a 43 anni dalla sua scomparsa, diciamo la frase delll’On. Gero Grassi: MORO VIVE. E’ stato un grande politico e noi abbiamo il compito di onorarlo”. A dirlo, Luigi Ferlicchia, presidente dell’Associazione dei Consiglieri della Puglia, in occasione della cerimonia di premiazione del quarto concorso “Aldo Moro” anno 2020, svoltasi nell’aula consiliare del Consiglio regionale.

Fu proprio Ferlicchia nel 2015 ad ideare questo concorso in memoria del grande statista, proponendo il bando all’allora presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna. “La mia proposta piacque tanto, che Introna non se lo fece dire 2 volte. In realtà – spiega Ferlicchia – non fu un vero e proprio bando: d’intesa con l’Università (grazie al Rettore Uricchio e a Mario Colonna), facemmo una ricerca al fine di selezionare le migliori tesi sulle tematiche care a Moro, e i riconoscimenti furono ‘ad personam’. Il secondo e il terzo bando, si attuarono grazie al placet dell’allora presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, ma bisogna, senza dubbio, dare atto che l’On. Gero Grassi fu l’artefice di un impulso notevole d’intesa con Loizzo. Ed ora, la Presidente Loredana Capone, ha seguito le orme dei suoi predecessori, ma la sappiamo sensibile a queste iniziative. E le saremo, come Associazione, sempre a fianco”.

Doverosi i ringraziamenti ad Annarita Perrone, responsabile della Sezione Biblioteca e Comunicazione istituzionale del Consiglio regionale. Promotori del concorso, oltre all’Associazione consiglieri regionali della Puglia, anche l’Associazione ex Parlamentari della Puglia, la Federazione dei Centri Studi “Aldo Moro e Renato Dell’Andro” Bari, con il patrocinio del Consiglio regionale della Puglia.

Moderatore, l’On. Gero Grassi, componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Caso Moro: “Il bando di concorso per la premiazione in borse di studio, era esteso a tutti gli studenti a livello nazionale. Ventidue gli elaborati pervenuti: tutti interessanti e bellissimi, tra tesi di laurea, compiti, rappresentazioni grafiche e filmati. Una considerazione: la partecipazione femminile ha superato quella maschile. All’inizio della cerimonia, abbiamo visto un filmato realizzato da Luca Petruzzella, partecipante della scorsa edizione. Il bando è stato conosciuto dagli studenti pugliesi, anche grazie agli incontri del progetto “Moro vive”, l’iniziativa del Consiglio regionale della Puglia che avvicina i giovani delle scuole superiori pugliesi al pensiero, al ruolo e alla figura del grande statista di Maglie. E’ davvero emozionante dire che Aldo Moro vive nel cervello degli studenti nati 20 anni dopo la sua morte. Studenti che hanno studiato la storia, e hanno raccontato nei loro elaborati ciò che è stato Moro per l’Italia”.

In rappresentanza del Magnifico Rettore dell’Università degli studi ‘Aldo Moro’ di Bari, Pierfrancesco Dellino.”E’ il secondo anno che faccio parte della Commissione giudicatrice, ed è bello vedere  l’interesse dei giovani, in una tematica così difficile. Per difficile, intendo dire non il personaggio, ma il periodo storico. Gli studenti sono stati capaci di rendere semplici nei racconti, argomenti pesanti”.

Giuseppe De Tomaso, direttore responsabile de “La Gazzetta del Mezzogiorno”: “La storia della Gazzetta, sarebbe stata diversa senza Moro. Gli italiani sono un popolo di contemporanei, vivono nel presente e non di storia. Credo di poter dire che è una frase non vera, poiché quando ci si trova davanti a ragazzi molto giovani che, con dedizione, scoprono e rielaborano la storia e il dramma di Moro, anche quel tipo di valutazione poco fiduciosa sulla visione del Paese, viene a scemare. Moro è una figura paragonata ai Grandi del Dopoguerra. La democrazia e l’informazione italiane gli devono molto. Vanno lette le sue lezioni di Filosofia del Diritto: è un Moro straordinario ed è assolutamente contemporaneo”.

“Ero alla scuola media, quel 9 maggio, quando un professore passò nel corridoio dando notizia nelle aule della sua morte. Disorientamento, fu la prima emozione. Ma ho capito solo dopo l’importanza della sua figura determinante. Senza di lui, non sarei mai arrivata a studiare Giurisprudenza”: così Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale pugliese, ricorda Moro. “Ero l’ultima figlia di 8, – continua Capone –  da genitori semplici e in virtu’ delle norme introdotte, la Repubblica riconobbe i meritevoli a proseguire gli studi fino all’alta formazione. Bellissimo il riferimento al futuro nell’art. 3: tutti hanno diritto.  Sembrerebbe un passaggio autoreferenziale. Ho una cugina che lavora in Gran Bretagna e spende 1360 sterline per l’asilo del figlio, e subito ho pensato che il diritto all’istruzione dovrebbe essere per tutti. Dobbiamo ringraziare Moro e Tina Anselmi che hanno dato le basi per ciò che oggi in Italia è un diritto allo studio e alla salute (diritti fondamentali della vita), ma in altri Paesi non lo è. ‘Studia che ce la fai’, mi diceva mio padre: un messaggio importante per un giovane che si affaccia al futuro”. Capone conclude sottolineando che una Repubblica che non investe nella ricerca e nello studio vuol dire che non investe nei giovani. E se non c’è un investimento sui giovani, niente certezza per un futuro.

Dieci i vincitori: al primo posto gruppo di studenti del liceo Ribezzo di Francavilla Fontana (Br) con una borsa di studio di 1500 euro;  secondo posto ad Antonio Losavio, di Castellana Grotte (Ba) con 1000 euro; terzo posto con un premio di 750 euro a Chiara Maria Elena Liaci di Azza Ibtissam di Andrano (LE); Sara Francesca Laveneziana di Carovigno (BR); Marco Vittorio Cianciola di Bari, Alessandra Masellis di Bitonto (BA), Federica Fraccalvieri di Triggiano (BA); Serena Torrelli di Celano (AQ); Francesco Scaringi di Trani (BT).

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