Convalidato l’arresto dell’ufficiale italiano accusato di spionaggio

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Il Giudice per le Indagini Preliminari, all’esito dell’interrogatorio di garanzia dell’imputato, ha convalidato l’arresto di Walter Biot, il Capitano di Fregata di stanza presso lo Stato Maggiore della Difesa, accusato di aver consegnato a funzionari russi documenti riservati in cambio di 5.000 euro ed arrestato in fragranza di reato dai Carabinieri del ROS.

L’imputato si è avvalso della facoltà di non rispondere, lasciando al suo avvocato difensore il compito di riassumere la sua posizione: uno sbaglio commesso “in un momento di profonda crisi, personale, familiare ed economica, anche a causa delle gravi condizioni di salute della figlia” e, comunque, il passaggio di carte ai russi “non ha messo in alcun modo a repentaglio la sicurezza dello Stato”.

Tra gli elementi dell’inchiesta tre video che ritraggono l’imputato mentre è intento a fotografare il monitor del suo pc e la scheda di memoria sequestrata dai Carabinieri contenente 181 foto di documenti cartacei classificati.

Per il giudice sono “elementi sintomatici dello spessore criminale dell’indagato che non si è posto alcuno scrupolo nel tradire la fiducia dell’istituzione di appartenenza al solo fine di conseguire profitti di natura economica”.

Per il GIP le prove  raccolte finora mostrano ” in maniera palmare l’estrema pericolosità del soggetto stante la professionalità dimostrata, desumibile dai parecchi strumenti utilizzati (4 smartphone) e dagli accorgimenti adottati”.

Continuano nel frattempo le indagini per capire se e quanti altri passaggi di documenti sono avvenuti ed il loro contenuto.

Si preannuncia, però, un “conflitto” tra la Procura di Roma e la Procura militare. In entrambe i casi, però, i reati contestati sono pesantissimi e possono portare anche alla condanna all’ergastolo. 

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