Il cambio di passo di Conte archivia la ‘vecchia maniera’ M5s

Politica

Di

I pentastellati in standby aspettano le modifiche dello Statuto dopo l’intervento dell’ex premier. Ancora diversi i nodi da sciogliere.  

Un cambio di passo per il M5s. E’ quello segnato dalla prima uscita di Giuseppe Conte da capo politico in pectore del Movimento 5 stelle. L’accelerazione dell’ex premier, dettata con ogni probabilità dalle fibrillazioni dell’attesa interne al Movimento, non ha creato, al momento delusioni, visto che il rinvio della discussione sui ‘nodi’ era di fatto acquisito. Ma lascia in standby la galassia pentastellata, ancora in cerca di sapere quali saranno le modifiche dello statuto che potrebbero essere fondamentali: a partire dalla declinazione della leadership a 5stelle che gli ‘stati generali‘ del Movimento hanno disegnato come collegiale, mandando in soffitta la guida di una persona sola. E segna, tuttavia, nell’analisi di alcuni esponenti M5s, delle certezze. 

L’intervento di Conte, ma fonti di Forza Italia non confermano, sarebbe stato, intanto, ‘salutato’ da un ‘in bocca al lupo’ anche di Silvio Berlusconi, che avrebbe sentito ieri l’ex premier. Il  cavaliere, non ha mai negato l’apprezzamento per lo stile dell’ex presidente del Consiglio con il quale vi sarebbero state interlocuzioni almeno fino alla pagina parlamentare contrassegnata dalla ricerca dei responsabili in Senato, in vista del Conte ter, poi naufragato.

Il cambiamento di M5s

Le parole di Conte – se partirà concretamente la nuova avventura –  indicano che oramai siamo ‘un’altra cosa’ rispetto agli inizi, sottolineano fonti qualificate. Il problema è comprendere in che cosa si intende trasformare il M5S: l’ex premier, viene notato, sicuramente non ha parlato agli attivisti e in qualche modo nemmeno agli eletti della prima ora. Il suo discorso – che nella forma annuncia come la comunicazione d’antan sarà d’ora in poi solo un ricordo –  ha “bocciato l’antisistema” come posizione. E’ sembrato guardare più ad una fascia moderata che, fermo restando l’orizzonte delle alleanze nel centro sinistra, ancora non fa capire dove si immagina di collocare il Movimento: “va bene essere Verdi, ma a destra o a sinistra del Pd?” è uno degli interrogativi.

I punti di svolta

Fra i punti di svolta che si leggono nelle parole di Conte, si osserva ancora, c’è il dato di fatto che il Movimento cesserà di essere un partito a costo zero: l’organizzazione delineata dall’ex premier comporterà sicuramente un costo. E su questo fronte si apre non solo il tema del contributo che gli eletti saranno chiamati a fornire (circa 2.500 euro al mese), ma anche una domanda. E cioè, quale sarà la destinazione dei circa 7 milioni che sono confluiti nel conto-restituzioni per sovvenzionare fondi come quello delle piccole imprese e che, viene riferito, sono, a tutt’oggi fermi?

Quanto alla questione del secondo mandato ‘sì o no’, la consapevolezza, spiegano fonti M5s, è che, qualunque scelta venga fatta, qualcuno ‘si farà, gioco-forza del male’ perchè verrà escluso dalla possibilità di tornare in Parlamento. Il che crea qualche scontento. Mentre Conte, nel frattempo, ha detto chiaro che la regola ‘uno vale uno’ deve essere accompagnata, nelle future ‘investiture’, da quella della competenza. 

Lo stop alle correnti

Sulle correnti, a cui Conte ha detto ‘stop’, il ragionamento è che in questa fase continueranno i posizionamenti. E sul ruolo di Di Maio, che nelle scorse ore ha incontrato il segretario del Pd, Enrico Letta, si aprono altre riflessioni. Perchè Di Maio e non gli altri M5s? Di Maio – è la replica che arriva da alcune fonti – è stato l‘unico capo politico M5s eletto dalla base ed è quindi ovvio che il segretario Dem lo abbia incontrato, in questa sua nuova veste di guida Pd. Ma se Conte sarà votato leader del M5S 2.0 quale sarà la posizione del ministro degli Esteri, che  “non dimentichiamoci” è stato l’unico a portare il Movimento in ben due governi e che viene considerato punto di riferimento? E’ questo uno dei quesiti.

Il fronte Rousseau

Altro fronte è Rousseau. Conte non ha mai citato la ‘creatura’ di Davide Casaleggio, ma ha assicurato che il suo ingresso nel M5S passerà per un’adesione online della base. Se si utilizzerà un’altra piattaforma si porrà un problema, secondo alcune fonti, da non sottovalutare: bisognerà presumibilmente avviare un’altra iscrizione di tutti gli aventi diritto per poter procedere alle votazioni. Altrimenti non sarà possibile certificarle. O, quantomeno, bisognerà, chiedere, a tutti coloro che attualmente partecipano alle decisioni, l’ok a migrare su un altro contenitore web. Insomma, bisognerà aspettare dopo Pasqua per capire come evolverà il Movimento che ha di fronte una prima prova sul campo: quella delle amministrative, a partire da Roma.

AGI – Agenzia Italia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube