Il figlio di Beppe Grillo è accusato di stupro: qual è l’accusa e cosa rischia

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Il figlio del garante del movimento 5 stelle, Ciro Grillo già accusato di aver stuprato una ragazza in compagnia di altri amici, ora viene accusato di aver praticato violenza anche su un’altra ragazza presente la stessa sera della violenza denunciata dall’altra ragazza.

È papà Beppe che in queste ore sta prendendo una posizione pubblica per le accuse mosse nei confronti del figlio. Proclamandolo innocente si è detto disposto ad andare anche lui in carcere “se lì ci si va a finire per reati non commessi”.

I fatti risalgono al luglio del 2019, quando Ciro e altri tre amici, hanno indotto una ragazza all’ubriacatura nel noto locale Billionaire, in Costa Smeralda, per poi violentarla a turno nella villa di papà Beppe.

Dalle carte depositate in procura emergono circostanze che, se confermate, risultano essere abbastanza pesanti. Tra le dichiarazioni rilasciate nella fase delle indagini è emerso che la ragazza è stata costretta a bere vodka fino alle sei del mattino per poi essere “violentata ripetutamente. Prima in camera da letto, e nel box doccia del bagno da uno dei ragazzi”, per poi essere violentata almeno altre 5 volte dagli altri membri del gruppo.

I legali della famiglia Grillo, di contro, evidenziano che, in realtà, dopo la notte oggetti di indagine, la ragazza abbia continuato ad avere contatti con gli stessi ragazzi che oggi vengono accusati.

Dopo aver concluso l’intera attività di indagine, il giudice delle indagini preliminari di Tempio Pusania dovrà decidere se archiviare il procedimento o se disporre il rinvio a giudizio con la relativa trasmissione degli atti al giudice dell’udienza preliminare.

Il rinvio a giudizio pare molto probabile, infatti, i legali degli accusati hanno già chiesto di sottoporre ad interrogatorio i propri assistiti, in modo da poter chiarire il materiale probatorio fin qui acquisito dalla procura.

Ma cosa rischiano in concreto da un punto di vista penale?

Il reato principale di cui sono accusati è quello di violenza sessuale, rubricato all’art. 609 bis del codice penale prevede una pena detentiva che va da un minimo di sei anni ad un massimo di dodici. Se all’esito del processo dovesse emergere la circostanza aggravante che, in effetti, la vittima è stata costretta a fare uso di sostanze alcoliche, per effetto del disposto dell’art. 609 ter del codice penale la pena inflitta dovrà essere aumentata di un terzo.

Chiaramente siamo ancora nella fase delle indagini preliminari e, secondo quanto affermato dalle fonti in procura, entro la fine del mese sapremo se i ragazzi passeranno dall’essere indagati all’essere imputati.

Sulla vicenda il mondo politico si è diviso. Salvini ha dichiarato che Beppe Grillo faccia il “garantista a giorni alterni”, mentre Di Battista, che ha da poco lasciato il movimento ha espresso vicinanza al suo ex leader.

Tommaso Gioia

 

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