Il mondo che non volevo…

Politica

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Di Giuseppe Trizzino

Ci sono state 378 guerre nel mondo nel 2018, con una spesa record per le armi.

Le guerre nel mondo dunque,sono in drammatico aumento: 378 i conflitti totali di cui 186 crisi violente e 20 guerre ad alta intensità.

Si è registrato anche il record di spesa per gli armamenti dalla Seconda guerra mondiale. 

A lanciare l’allarme è il sesto rapporto annuale sui conflitti dimenticati ‘Il peso delle armi’, presentato a Roma da Caritas italiana.

Allarmante il fatto che tra i sei Paesi massimi esportatori, cinque siano i membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu.

In testa, gli Stati Uniti col 34,0%, seguiti da Russia (22,0%), Francia (6,7%), Germania (5,8%), Cina (5,7%) e Regno Unito (4,8%). Poi Israele e Spagna con entrambi il 2,9%, quindi l’Italia col 2,5%. Tra i principali importatori invece Arabia Saudita, Emirati Arabi, Australia, Iraq e Pakistan. Paesi che contribuiscono ad alimentare i conflitti in Yemen, Nord Africa e Medio Oriente.

Per indicare alcuni numeri sulla mappa rossa di sangue, segniamo che in Africa sono 31 i paesi in guerra o impegnati in azioni di guerriglia, in Asia 16 paesi, medio Oriente 7 stati, Americhe 7 stati interessati ed infine l’Europa con 9 stati.

Per essere più chiari, evitando incomprensioni indico che le guerre e le azioni militari riguardano la Cecenia (guerra contro i militanti islamici), Daghestan (guerra contro i militanti islamici), Ucraina (Secessione dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk e dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk), Artsakh ex Nagorno-Karabakh (scontri tra esercito Azerbaijan contro esercito Armenia e esercito del Artsakh (ex Nagorno-Karabakh).

Tutto questo, i numeri ed i dati statistici indicano un business Plan molto redditizio per chi vive di sangue.

Ma noi, scrittori e lettori apparteniamo ad altra categoria, noi siamo distanti.

Ed invece credo di no.

Noi siamo complici silenti, che è la peggiore delle posizioni auspicabili.

Perché noi sappiamo che in ogni guerra c’è violenza, e c’è terrore.

Immaginate un bambino, immaginatelo morto, pieno di sangue e detriti impolverati.

Immaginatelo disteso per terra, gonfio e rigido, con gli occhi sbarrati.

Ecco, su quell’immagine e sulla sua causa, anche noi siamo responsabili.

Adesso proviamo a dirlo ai genitori di quel bambino, ai suoi nonni, ad i suoi amici…

Noi non siamo capaci, noi sappiamo solo osservare e passare avanti, tanto il mondo è sempre andato avanti così, è sempre accaduto, che possiamo farci.

Non possiamo cambiare il mondo, no, ma abbiamo il dovere di non peggiorarlo.

Cerchiamo allora di comprendere che dietro una guerra, dietro ogni terrore ci sono padri, madri e bambini, così come quelli che cresciamo ogni giorno con tutta la sicurezza che possiamo.

Comprendiamo allora che la nostra sicurezza di oggi, non è più lontana dello sparo che uccide i bambini in questo momento in Africa o in Asia.

Riflettiamo sugli uomini più illuminati di noi, che hanno saputo credere nella loro idea a tal punto di renderla immortale ed infinita, Ghandi, Mandela, Tesla o Einstein.

Purtroppo ci si chiede a gran voce, cosa l’uomo comune possa fare per adoperarsi e manifestare contro questo scempio, e a ragion veduta è disarmante la risposta.

Le attuali Democrazie ed i regimi totalitari vanno a braccetto rendendo inefficaci le azioni comuni della maggioranza mondiale.

Siamo tutti prigionieri di un sistema comunicativo e informatico che imbriglia le nostre mani ed al contempo le macchia di sangue.

Forse vivendo le nostre quotidianità non ci accorgiamo d’essere ristretti così come non ci accorgeremo neanche quando saremo noi stessi coinvolti.

Sì, perché in realtà dovremmo ma non possiamo neanche chiosare di esprimere la nostra volontà, almeno fin quando faremo parte dell’essere umano, troppo vigliacco per volersi riscattare e riscoprire le ragioni di un equa esistenza.

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