Draghi accelera sulle riforme ma c’è il rischio di tensioni alle Camere

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Sono tanti i decreti da convertire. Sostegni bis, semplificazioni, decreto reclutamento, l’assegno temporaneo per i figli minori, il decreto sulla struttura della cybersicurezza, il fondo complementare al Pnrr, sono solo alcuni dei provvedimenti in arrivo

©  ARNE DEDERT / DPA / DPA PICTURE-ALLIANCE – Mario Draghi

AGI – Entro il mese di giugno “presenteremo un disegno di legge delega per la riforma degli appalti e le concessioni. A luglio ci sarà la riforma della concorrenza, la riforma della giustizia arrivera’ a giorni nel Consiglio dei ministri. L’idea è di procedere alla massima velocità“.  Mario Draghi indica la strada.

Il premier incassa il via libera della Commissione Ue von Der Leyen sul Pnrr italiano, ribadisce che l’Italia ha una grande responsabilità ma che a differenza con il passato c’è la volontà politica di cambiare il nostro Paese. Nella “giornata d’orgoglio” il premier che informerà le Camere in vista del Consiglio europeo del 25 che avrà al centro anche il tema dei migranti, fa intendere alle forze politiche che in un momento cosi’ importante occorre essere uniti.

Lo stesso appello all’unità e alla coesione nazionale che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrebbe rivolgere ai presidenti di Regione che saranno ricevuti, per un appuntamento di carattere istituzionale, giovedì pomeriggio al Quirinale.

La campagna vaccinale non è conclusa ma Draghi ora guarda al ‘Recovery’ come l’alba di una ripresa dell’economia italiana. E per raggiungere questo obiettivo, per far si’ che alcune parti (come lo Sure) diventino strutturali, il Parlamento sarà chiamato alla prova delle riforme.

L’annuncio è che entro fine mese arriverà la legge delega per la riforma degli appalti. E già su questo tema nelle scorse settimane le forze politiche che sostengono il governo si erano divise. Distanze soprattutto tra la Lega che di fatto intende ‘stoppare’ il codice degli appalti e il Movimento 5 stelle che non intende ‘sacrificare’ all’altare dell’accelerazione sui lavori il controllo contro la corruzione. Ma è soprattutto sul tema della giustizia che c’e’ il rischio di fibrillazioni.

La posizione M5s sulla prescrizione è nota, l’ala che difende il testo Bonafede non intende arretrare ma c’e’ la volontà di dialogare con il responsabile della Giustizia Cartabia che ha incontrato tutti i leader politici della maggioranza e molti ministri.

Il Guardasigilli ha visto Letta la scorsa settimana e qualche giorno fa, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari della maggioranza, avrebbe incontrato anche Di Maio al lavoro in un’opera di mediazione. Il governo ancora sta lavorando agli emendamenti al ddl penale alla Camera, l’approdo in Aula era annunciato per il 28 giugno ma la commissione ha deciso di prendere tempo.

Ora l’accelerazione del presidente del Consiglio. “Cartabia fa bene a incontrare tutti ma poi bisogna decidere”, spiega un membro di governo che concorda con le soluzioni portate avanti dalla Commissione presieduta dal costituzionalista Lattanzi.

Anche sulla riforma della concorrenza si rischiano divisioni interne alla maggioranza, ma c’e’ un altro timore all’interno delle forze parlamentari, ovvero che si arrivi a un rischio ‘ingolfamento’ delle Camere. Sono tanti i decreti da convertire. Sostegni bis, semplificazioni, Dl reclutamento, l’assegno temporaneo per i figli minori, il dl sulla struttura della cybersicurezza, il fondo complementare al Pnrr, sono solo alcuni dei provvedimenti in arrivo.

C’è poi la riforma del Csm e del codice civile, mentre è atteso anche il decreto sui trasporti che avrebbe dovuto essere all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri della scorsa settimana e che contiene, tra l’altro, anche delle norme sul codice della strada. 

Tra l’altro nelle scorse settimane il Consiglio dei ministri  aveva deliberato che il governo procedesse con celerità anche sui decreti attuativi. Ma lo stress test delle Camere sarà necessario se si intende rispettare il cronoprogramma concordato con la Commissione Ue che ha dato il via libera al piano italiano.

Draghi ha voluto ringraziare il presidente Von der Leyen, sottolineando che proprio sulle riforme c’è stata una concreta collaborazione. “Senza le riforme il Pnrr sarebbe un altro annuncio, ma con l’impegno delle autorità preposte al piano” e di tutti gli attori principali che lavoreranno all’attuazione del Recovery “ce la faremo”, ha osservato Draghi, “la macchina è in movimento, bisogna completare le riforme di struttura”.

La sfida è ora l’attuazione del ‘Recovery’: “i fondi – l’avvertimento del premier – siano spesi bene, in maniera efficiente, efficace, ma anche con onesta’”.

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