La prevenzione sulle parti comuni può evitare tragedie?

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Quando accade una tragedia, apparsa su tutti i notiziari locali e ripresa dall’ANSA , si resta increduli e la forza della ragione cede il posto al sentimento ma   al di là dell’evento che ha invaso con un dolore immenso una bella famiglia di cinque componenti privandola di una bella ragazza di sedici anni, è giusto chiedersi perché?

Persino la fede non ha risposte all’umano dolore ma resta in silenzio rispetto al mistero della vita strappata  e prega nel silenzio. Tuttavia l’episodio non è il primo del genere in quanto molti anni fa accadde un analogo fatto in cui perse la vita un bambino di otto anni. 

Analizziamo i fatti: la sicurezza dei terrazzi in cui insistono i lucernai sono calpestabili?

Se esistono sul terrazzo e sono parti comuni, devono essere costantemente controllati attraverso ispezioni periodiche. Non conosco lo stato dei luoghi né la dinamica dell’incidente ma in assenza di sicurezza su tutta la superficie della parte comune anche sull’altezza dei parapetti del terrazzo stesso, deve inibirsene l’accesso.

La prevenzione diventa essenziale e una ordinanza sindacale, considerato il periodo estivo, potrebbe invitare gli amministratori a verificare la sicurezza delle parti comuni.

Non possiamo e non dobbiamo piangere più per tragedie assurde che coinvolgono in molti casi minori che coglievano nella bellezza del tramonto un barlume di luce alla loro esistenza.

Le persone non possono rimanere inermi o peggio consentire con comportamenti omissivi che l’imprevedibile possa accadere.

L’evoluzione tecnologica più che giuridica è intervenuta  per favorire la sicurezza degli edifici soprattutto nelle parti comuni.

In questi casi gli incentivi statali devono essere interpretati come obblighi ad intervenire per tutelare la vita e l’incolumità degli abitanti del palazzo e gli amministratori in alcuni casi possono e devono intervenire per situazioni urgenti e indifferibili che pongano in sicurezza le parti dell’edificio che per vetustà o scarsa manutenzione perché possono essere fonti di pericolo.

L’imprevisto deve essere previsto, non è un paradosso.

Ma incidenti domestici, sul lavoro e nelle parti comuni come penso sia accaduto in quest’ultima fattispecie devono allarmare tutti i cittadini dotati di buon senso cui spetta il compito di tutelare maggiorenni e minorenni perché l’irrimediabile non accada più in questa città come in tutte le città del mondo.

Le norme sull’antinfortunistica vengano  applicate non alla lettera ma badando sempre alla reale sicurezza di chi utilizza il bene comune cioè della comunità, di tutti e ciascuno.

Quindi basta. Mi è costato fatica scrivere queste righe ma ho voglia di gridare “Mai più” e questo sia l’unico grido di verità delle nostre menti e dei nostri comportamenti.

Dario Felice Antonio Patruno

Redazione Corriere Nazionale

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