Papa: Il Libano “avvii il cammino della ripresa”

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

Di

di Claudio Gentile

Si è svolta ieri in Vaticano la Giornata di riflessione e preghiera per il Libano, a cui ha preso parte il Papa e gli altri leader religiosi delle comunità cristiane presenti nel Paese dei Cedri.

La Giornata si è aperta nella Basilica di San Pietro con la recita comune, in arabo, del Padre nostro e l’accensione di candele sulla tomba dell’apostolo nelle Grotte Vaticane.

Subito dopo la preghiera ecumenica i partecipanti alla giornata si sono spostati nella Sala Clementina per partecipare a tre intense sessioni di confronto sulla drammatica crisi del Libano.

Oltre al Papa, erano presenti il Catholicos degli Armeni Aram I, il patriarca maronita Bechara Boutros Rai, il patriarca greco-ortodosso Youhanna X Yazigi, il patriarca siro-ortodosso Ignatius Aphrem II, il vicario apostolico di Beirut dei Latini Cesar Essayan, il presidente del Concilio supremo delle comunità evangeliche in Siria e Libano Joseph Kassab, il patriarca siro-cattolico Ignace Youssif III Younan, il patriarca greco-melchita Youssef Absi, il vescovo caldeo di Beirut Michel Kassarji, il Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali Leonardo Sandri ed il Presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani Kurt Koch. Non ha potuto partecipare, perché la sede è vacante, il patriarca armeno-cattolico. A moderare gli incontri il Nunzio Apostolico in Libano Joseph Spiteri.

I lavori si sono conclusi nella Basilica di San Pietro con la preghiera ecumenica per la pace, con invocazioni in arabo, siriaco, armeno, caldeo secondo le diverse tradizioni rituali presenti in Libano e ieri in San Pietro.

Nel suo lungo discorso a conclusione della giornata, il Papa ha ricordato i tesori del Libano “di civiltà e di spiritualità, che ha irradiato nei secoli saggezza e cultura, che testimonia un’esperienza unica di pacifica convivenza”. Tale esercizio “non può essere lasciato in balia della sorte o di chi persegue senza scrupoli i propri interessi”.

Per il Papa “il Libano è, e deve restare, un progetto di pace. La sua vocazione è quella di essere una terra di tolleranza e di pluralismo, un’oasi di fraternità dove religioni e confessioni differenti si incontrano, dove comunità diverse convivono anteponendo il bene comune ai vantaggi particolari”. È perciò essenziale che chi detiene il potere si ponga finalmente e decisamente al vero servizio della pace e non dei propri interessi. Basta ai tornaconti di pochi sulla pelle di molti! Basta al prevalere delle verità di parte sulle speranze della gente!”.

Quindi il Papa ha rivolto un appello: “A voi, cittadini: non vi scoraggiate, non perdetevi d’animo, ritrovate nelle radici della vostra storia la speranza di germogliare nuovamente. A voi, dirigenti politici: perché, secondo le vostre responsabilità, troviate soluzioni urgenti e stabili alla crisi economica, sociale e politica attuale. A voi, membri della comunità internazionale: con uno sforzo congiunto, siano poste le condizioni affinché il Paese non sprofondi, ma avvii un cammino di ripresa”.

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