Malpagati e pure umiliati: lo scandalo del lavoro cattivo

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Imprenditori spesso rigidi e sordi, scuole e università in ritardo e politica distratta o presa da “altro”. Next Generation rischia di diventare il pasticcio generazionale. Blog di Fabrizio Binacchi

Quello del lavoro cattivo, cioè fuori regole o sottopagato, più che un problema è uno scandalo. Dopo tanti anni e decenni di provvedimenti più o meno intelligenti, l’agognato incontro tra domanda e offerta di lavoro è rimasta una chimera, nel senso che non si avvera. Navigator e collocamento sembran solo un gran tormento. Così si assiste al ben noto fenomeno che tanti cervelli e menti ma anche tante braccia e mani faccian la scelta di non stare nel Paese e di cercar fortuna all’estero in Australia o nel Regno Unito ma sempre con l’intento di far tornare i conti con le spese. Fuor di rima: perché un esperto di energia solare doveva accontentarsi di 800 euro in Italia quando a Londra prende 3400 sterline?

Con che faccia un manager magari da 300 mila euro l’anno offre a un ingegnere di 34 anni magari pieno di genio 600 euro al mese di apprendistato per 36 mesi? Vieni e poi vediamo. Pendolariato mentale. Con che faccia? Perché se ha già fatto la magistrale ed è uscito con lode deve fare un’altra triennale?

L’ematologa a 650 euro al mese con cento chilometri al giorno, e il bagnino a 400 euro al mese dalle 6 del mattino alle 20 di sera, e il cuciniere a 800 euro che sennò il ristorante non va ma anche il contatto è un po’ fritto misto, e il cameriere che si fa cento tavoli a 500 euro al mese? Malpagati e pure umiliati. Lo scandalo del lavoro cattivo investe parecchi Paesi e sicuramente l‘Italia.

Tutto questo mentre l’università e la scuola attendono di riformarsi invocando una indispensabile interdisciplinarietà che tarda ad arrivare perché tutti lo ammettono che ci vorrebbe un po’ di ingegneria a giurisprudenza, ci vorrebbe un po’ di legge a biologia, ci vorrebbe filosofia a chimica e dappertutto una bella spruzzata di psicologi, eppure dopo tanti proclami e lamenti siamo ancora nei progetti latenti.

E l’imprenditoria? Beh quella è un po’ così in talune zone avanzata e innovativa in altre un po’ sorda rigida e poco reattiva, aziende aperte e altre molto meno, e quindi che si fa ci si butta sul pubblico e sul sindacato che tutto non posson fare. E’ vero che la politica ha lanciati la Garanzia Giovani ma vi prego di chiedere in giro se è stata vera garanzia e per chi, se per i giovani o per altri soggetti non bisognosi. Si ha notizia di giovai partiti garantiti sulla carta e poi reietti alla prima scadenza.

Morale della favola dopo tanti anni siamo ancora qui con l’ascensore del lavoro ancora bloccato chi lavora è un po’ fortunato chi non lavora o ha lavoro cattivo è in mezzo al guado e un po’ guadato, parliamone seriamente perché aventi così non si può andare e la Next Generation EU rischia di diventare la Past Generation BOH, nel senso cacofonico del pasticcio generazionale, o poco più.

C’è purtroppo tanto lavoro cattivo e malpagato in giro per il Paese e solo il lavoro buono e i contratti corretti potranno rendere più buona l’Italia.

Fabrizio Binacchi

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