Stadio Roma, dopo 7 anni addio a Tor di Valle

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Decisivo il passo indietro del club giallorosso a fine febbraio. La revoca del pubblico interesse al progetto Tor di Valle è stata approvata dalla maggioranza capitolina M5s ridotta a 20 consiglieri grazie alla sponda del Pd e di Sinistra per Roma

L’ex ippodromo di Tor di Valle dove si sarebbe dovuto realizzare lo stadio della Roma

AGI – Stadio della Roma, è tutto da rifare. L’Assemblea Capitolina ha approvato con 17 voti (ad appello nominale) su 19 presenti le delibere per la revoca del pubblico interesse al progetto dell’impianto a Tor di Valle.

Il M5s, ormai con una maggioranza ridotta a 20 consiglieri (compresa la sindaca Virginia Raggi) su 49 eletti, ha trovato la sponda del Pd e di Sinistra per Roma – firmatari di alcuni emendamenti – per riuscire ad arrivare all’approvazione dell’atto.

Assenti gli altri 29 eletti, due consiglieri – uno di Fdi e una del Psi – hanno scelto invece di non partecipare al voto. Non manca, infatti, il rischio di ricorsi legali, con la società proponente Eurnova che nei giorni scorsi ha lasciato trapelare la possibilità di un’azione legale contro il Campidoglio, con un danno stimato in almeno 60 milioni di euro.

Si ricomicia da capo

Dopo 7 anni di pratiche, due sindaci, altrettanti progetti, l’iter per l’impianto di proprietà del club giallorosso ora deve ricominciare da capo. E serviranno anni. Nel mezzo un’inchiesta giudiziaria per presunta corruzione, che ha coinvolto manager ed eletti in Campidoglio. Su tutti il presidente dell’Aula Marcello De Vito, ex M5s ora in Forza Italia, a processo con l’accusa di corruzione in un filone del procedimento. E poi l’ex manager di Acea Luca Alfredo Lanzalone e il costruttore Luca Parnasi. 

Decisivo il passo indietro del club giallorosso a fine febbraio. La nuova proprietà statunitense, la famiglia Friedkin, ha comunicato che non sussistono più i presupposti per confermare l’interesse” al progetto lanciato dall’ex patron James Pallotta.

Il club ha ricordato che: “La pandemia ha radicalmente modificato lo scenario economico internazionale, comprese le prospettive finanziarie” sullo stadio. Tradotto: nell’era dello smart working e degli eventi a capienza ridotta non c’è convenienza a realizzare un impianto da 55mila posti con annesso business park, con presentava diversi rischi sulla mobilità. Ora la Roma starebbe studiando soluzioni alternative, per una struttura da 40mila posti, in zona Ostiense a ridosso del Gazometro, oppure a Pietralata o alla Monachina.

“Guardiamo al futuro”

“Ora guardiamo al futuro. Lo stadio della Roma voglio che sia realizzato. Lo chiede la città, lo chiedono i tifosi giallorossi e anche la società. Ci vedremo al più presto con i Friedkin: è il momento di far diventare il sogno di tanti realtà”, commenta la sindaca Virginia Raggi.  Vista la tempistica lunga dell’iter se ne occuperà, chiunque sarà, il prossimo sindaco.

Lo sfidante di centrosinistra Roberto Gualtieri ha invitato gli altri candidati in Campidoglio a “non fare propaganda elettorale sullo Stadio della Roma” e lavorare “insieme per fare in modo che questa volta non ci si sbagli e si porti a termine questa saga che si trascina da troppo tempo”.

Mentre Carlo Calenda nelle scorse settimane ha proposto Pietralata come area alternativa per il nuovo progetto.

agi live

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