Letino ha perso un tesoro

Arte, Cultura & Società

Di

LO SCULTORE STOLU NON È PIÙ

di Gino Iorio

I paesaggi ameni, la sorgente dell’acqua Lete, le sculture di Stolu: queste le perle di Letino, suggestivo borgo situato nel cuore del Parco Nazionale del Matese in Provincia di Caserta.

Da pochi giorni Stolu, questo il suo nome d’arte che deriva dalle iniziali di Stocchetti Luigi, non è più. L’ultimo incontro circa quattro mesi fa. 

Durante il nostro solito chiacchierare, io seduto sopra una delle sue ciclopiche sculture e lui con martello e scalpello a battere la pietra, le sue parole mi restarono impresse nella mente con una forza ancora più viva e misteriosa.

Osserva questa pietra: vedi questo lato? È malato di cancro e io debbo guarirlo per darle la vita”.

Da quella pietra aveva liberato la parte corrosa dal tempo e ne stava ricavando un piccolo angioletto.

“Per tutta la vita non ho fatto altro che vagare per questi monti alla ricerca di quelle pietre che avevano bisogno di essere aiutate, di rappresentare ciò che avevano nell’anima.

Sento questo impulso ogni volta che osservo un masso, riesco a leggere cosa nasconde al suo interno.

Dopo averlo trasportato nel mio laboratorio col martello e scalpello gli do la vita. Faccio questo da oltre sessant’anni.

Ho distribuito per tutto il Matese, con spirito grazioso, le mie opere, le ho offerte ai tanti che ho conosciuto. Sulla terra ho dato tutto me stesso, ma pochi hanno capito il mio intento.

Adesso devo andare altrove, in Cielo, in Paradiso a continuare la mia opera. Sento questo e l’avverto giorno per giorno”.

Così ha mantenuto la promessa fatta a se stesso.

  

Il mio primo incontro con Stolu

  

Era il 29 agosto del 2017, incontro casuale.

Ero intento a consumare un pasto fugace nel verde sognante del Parco del Matese, guidato dal ritmo martellante di uno scalpello, mentre sul percorso montano scampanellava un gregge tenuto a bada da una giovane contadinella.

Breve l’approccio ed entrambi circospetti, curioso io, sulle sue lo scultore che mi congeda al suono del vespro per andare a pregare in chiesa.

Lentamente si cementa poi un’amicizia, sostenuta dal comune pensiero per il disagio della natura, mortificata e violata dall’egoismo dell’uomo che pure incredibilmente viene definito “sapiens-sapiens”.

Si scioglie in scintille di vite sottratte al silenzio dei secoli lo scalpello di Stolu: angeli e santi, elfi e ninfe, demoni verdi di un mondo infermo e perduto.

Qui nasce la mia lirica “Letino”, premiata ad Asti con la medaglia del Presidente del Senato, e oggi custodita negli archivi del Comune di Letino e riprodotta, su pietra lavica, all’ingresso del borgo.

  

Festival internazionale della cultura di Letino

 

Lo scultore Stolu riceve dalle mani di Gino Iorio l’alto riconoscimento culturale per le arti figurative.

 

 

 

L’incontro di Stolu con l’esasperatismo

 

Generoso, introverso, altruista e al tempo stesso geloso del suo pensiero, Stolu offre le sue opere (gli sono state commissionate per costituire i vari premi da consegnare) a oltre 50 personaggi del mondo della cultura in occasione del Festival Internazionale della Cultura tenutosi a Letino.

Un anno e più di lavoro per poterle realizzare. 

Quelle opere d’arte sparse nel mondo testimoniano la grandezza dell’artista e in ognuna il pensiero di far vivere una pietra.

L’umile artista di Letino dà del tu al mestiere di Michelangelo e come lui fa parlare il marmo di Carrara. Carattere mite, a volte scostante, difficile da interpretare.

Ma uomo unico nel suo genere, un maestro, uno scultore vero. Stolu era l’uomo che parlava con Dio.

Durante la manifestazione del Festival, tra i premiati il filosofo Adolfo Giuliani da poco scomparso.

Con la pubblicazione di un manifesto nel maggio del 2000, Giuliani ha fondato il movimento artistico culturale “Esasperatismo – logos & bidone”, unico movimento nato a Napoli e diffuso in tutto il mondo come denuncia del grado di esasperazione raggiunto dalla società mondiale alle soglie del XXI secolo.

In occasione della premiazione di Giuliani al Festival, Stolu si trattenne abbastanza con lui e gli consegnò in originale un documento scritto di proprio pugno nel quale appare evidente la sua convinzione legata al pensiero esasperatista. La notizia l’appresi durante un incontro presso l’abitazione del filosofo a Napoli, per cui volli avere una copia di quel documento, e da esso ricavai l’ispirazione per il mio libro “Esasperatismo di Stolu” edito dalla Pluriversum Edizioni di Ferrara in prima edizione e, in seconda edizione nella collana “I tascabili di Gino Iorio.

 

Alcune sculture donate in occasione del Festival  Internazionale della Cultura

 

 

 

Stolu – la natività

 

 

 

 

 

 

 

Stolu alle prese dell’opera d’arte sull’esasperatismo

 

 

 

 

 

 

 

 

Stolu e Gino Iorio durante la preparazione del romanzo Esasperatismo di Stolu

  

 

 

 

Il noto giornalista e critico letterario Nicola Caprio Di Monaco scriveva di lui: “artigiano d’altri tempi, dà vita a gioielli che strappa al silenzio della selce. Le sculture di Stolu brulicano di visi e di mani, sguardi stupiti di occhi che vengono dalla preistoria, antologia di poesie su pietra, versi che lacerano e sublimano tempo e spazio. Lavora all’aria aperta Stolu, mani e scalpello, ma questo è solo l’ultimo atto di un rituale che solo l’antico e scomparso popolo dei Celti conosceva in Europa. Stolu parla con le pietre e le pietre parlano con lui: nascono da questo dialogo le sue opere. Centinaia, sparse per le contrade del Matese, nella Provincia di Caserta e altrove” (Cfr Sabato non Solo Sport, 28 ottobre 2017 numero 40).

Sono certo che la giovane Amministrazione Comunale di Letino, col Sindaco Pasquale Orsi e gli Assessori Oliviero Cristinzo e Filippo Fortini, provvederanno a dedicare al suo grande cittadino Luigi Stocchetti in arte Stolu uno spazio adibito a museo, nel quale poter contenere le tante opere d’arte lasciate dal mio compianto amico Luigi. 

 

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