La variante Delta spaventa la Cina, milioni di nuovo in lockdown

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Il focolaio più preoccupante si è sviluppato a Nanchino. Ripartita la campagna di tamponi a tappeto per contenerne la diffusione 

Il Covid spaventa la Cina

AGI – La variante delta del Covid spaventa la Cina, che ha confinato milioni di persone nelle loro abitazioni e ha effettuato tamponi a tappeto per contenerne la diffusione. Il focolaio sviluppatosi a Nanchino ha prodotto più di trecento casi in dieci giorni e il virus è stato trovato in almeno 27 città e diciotto province.

Dopo quasi sei mesi di assenza il Covid, nella sua variante a più alta contagiosità, è tornato anche a Pechino, che ha imposto i primi lockdown nei complessi residenziali e ha ristretto i collegamenti per contenere l’ondata peggiore di contagi dall’aprile dello scorso anno, quando venne revocato il lockdown a Wuhan, il primo luogo in cui si è manifestata l’epidemia.

Proprio Wuhan si è aggiunta all’elenco delle città alle prese con il risorgere del virus: la città dello Hubei che aveva visto i primi morti di polmonite anomala a fine 2019 – quando ancora la malattia non aveva assunto il nome attuale – ha confermato sette nuovi casi accertati tra i suoi lavoratori migranti: stando alle cifre dei media locali, era da giugno dello scorso anno che non si contavano più contagi a Wuhan.

Il nuovo epicentro

La nuova ondata è stata registrata all’aeroporto Lukou di Nanchino, tra i dipendenti dello scalo che stavano pulendo un aereo arrivato dalla Russia, e si è rapidamente diffusa in altri quartieri della città da 9,3 milioni di abitanti (tutti sottoposti a due round di tamponi nei giorni scorsi).

L’attenzione, però, è oggi concentrata sulla località di Zhangjiajie, nella provincia interna dello Hunan, il cui focolaio è stato definito il “ground zero” del contagio dal più famoso epidemiologo della Cina, Zhong Nanshan.

Proprio al focolaio di Zhangjiajie, che ha visto un forte numero di turisti da Nanchino, sono collegati i primi due casi dalla fine di gennaio registrati a Pechino la settimana scorsa, una coppia di ritorno dalla località turistica dello Hunan.

Uno spettacolo teatrale a cui hanno partecipato circa cinquemila persone è sotto osservazione delle autorità, per tracciamento degli spostamenti di chi vi ha assistito: intanto, tutte le attrazioni sono state chiuse e i turisti sono tenuti a sottoporsi al tampone prima di potere lasciare la città. Sia Zhangjiajie, che la vicina Zhuzhou, per un totale di 2.7 milioni di abitanti, sono entrate in lockdown.

A rischio c’è anche un’altra popolare località turistica, l’isola di Hainan, nel Mare Cinese Meridionale, tradizionale meta delle vacanze estive. A preoccupare è anche la situazione nella capitale.

L’ultimo aggiornamento della Commissione nazionale per la sanità ha confermato quattro nuovi casi – due dei quali sviluppatisi internamente – più un asintomatico. Le autorità hanno confermato la presenza della variante delta e hanno imposto il lockdown di sei complessi residenziali nel distretto nord-occidentale di Haidian, per un caso accertato.

La settimana scorsa, invece, il distretto settentrionale di Changping aveva posto in lockdown altri nove complessi residenziali, per un totale di 41 mila persone confinate nelle loro abitazioni. Contemporaneamente, gli accessi alla città dalle aree a più alto rischio tramite voli, treni o autobus a lunga percorrenza sono stati bloccati.

Tra queste c’è anche Zhengzhou, colpita il mese scorso dalle più violente alluvioni che si siano mai abbattute sulla Cina, e dove si contano 292 dei 302 morti per le forti piogge scatenatesi attorno al 20 luglio scorso: finora si registrano oltre trenta casi di contagio e le autorità sanitarie hanno ordinato di sottoporre al tampone i dieci milioni di residenti del capoluogo dello Henan. 

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