Il reddito di cittadinanza

Piemonte

Di

L’opinione di Roberto Chiavarini

Mi chiede un amico associato:

L’assistenzialismo, di cui è l’odierno tema politico, secondo Lei, può produrre effetti positivi sugli eventuali beneficiari e sulla Società più in generale?                                                                                                                                                                                

Lettera firmata

Mi rifaccio all’art. 21 della Costituzione che recita:

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”…ed io lo faccio.

La mia conoscenza, come Lei sa, in questo campo è quarantennale.

Come altrettanti sanno, mio Padre è stato Impiegato presso la Prefettura di Brindisi negli anni 60, per poi concludere la sua carriera, alla fine degli anni 70, presso il Comune di Brindisi e più precisamente all’ECA (Ente Comunale di Assistenza), per via dei trasfughi, per cui, in casa, ho sempre sentito commentare, quotidianamente, due argomenti su tutti: Immigrazione (quando era alla Prefettura) e Assistenzialismo (quando era all’E.C.A.).

I due temi, di cui si discute eternamente.

Mio Padre, poi, è stato, soprattutto, un politico di razza vecchio stampo.

Secondo le mie analisi, provo a rispondere alla Sua domanda, brevemente, attingendo anche alle mie ricerche personali sull’argomento e da ciò che ho appreso dagli scritti di autorevoli Politici americani, riferiti agli anni 60’ quando, negli Stati Uniti d’America, ci fu il pericolo di una simile deriva.

No, credo proprio di no.

In particolare, mi rifaccio alle parole di un noto Senatore Americano:                                                           

 “L’eventuale effetto dell’assistenzialismo sui cittadini meno fortunati, che dovessero ottenere un simile trattamento (l’assistenzialismo statale), si sentirà solo più tardi, quando i suoi beneficiari ne saranno diventati le vittime, quando la dipendenza da quel Potere si sarà trasformata in schiavitù…                                                                                                                                            

…le “Menti” che ci governano, sanno della eventualità che l’individuo possa essere posto alla mercé del Potere, non soltanto facendo di quel Potere il suo datore di lavoro, ma spogliandolo dei mezzi per provvedere ai suoi bisogni personali e dando a chi ci governa, l’agio di accudire a quei bisogni dalla culla alla tomba”. Gli effetti prodotti dall’assistenzialismo, non sono immediatamente percepibili dall’individuo beneficiario, che tende a non riconoscerli nell’immediato

 può darsi che il beneficiario non si accorga immediatamente, forse mai, del male fatto, così, alla sua       indole… 

…in verità, questo è uno dei grandi mali dell’assistenzialismo, che trasforma l’individuo da un essere spirituale, dignitoso, industre, con fiducia in se stesso, in una creatura istintiva, dipendente, senza che se ne renda neppure conto…

…e non c’è nessun modo di evitare questo danno al carattere”.               

Fin qui il Senatore Americano.

Caro Amico, lei mi chiede ancora:     

Direttore forse mi vuol dire che se fosse stato Lei al posto del Ministro Di Maio, non avrebbe messo in moto la macchina del reddito di cittadinanza?”

Innanzitutto non accrediterei al solo Ministro Di Maio, l’idea del “Reddito di Cittadinanza”.

Consideri che, io, ho tanti anni di più del Ministro Di Maio, ed ho passato gli ultimi 30 anni al “fronte”, combattendo in prima linea le iniquità del nostro “Sistema Sociale”, quindi, con un bagaglio di esperienza che il Titolare di quel Dicastero, non potrebbe nemmeno immaginare. Assolutamente.

Da ragazzo, poi, ho vissuto i mitici moti studenteschi, con le  ideologie e le contraddizioni che caratterizzarono quell’epoca, che fondavano proprio sulle battaglie sociali e sui disagi del Popolo.

Ricordo quando nelle assemblee studentesche, si evocava un rielaborato della Società Tutrice Tocqueville 

Cosa avrei fatto io?

Innanzitutto, va detto che, lo Stato, non può essere un datore di lavoro, atteso che quel “Reddito di Cittadinanza”, sia finalizzato proprio alla “sistemazione” entro tre anni, di tutti gli aderenti a quella opportunità.

È impraticabile una cosa del genere, è destinata al fallimento.

Molto più semplicemente, senza la necessità di mettere in moto una macchina infernale come quella necessaria per il “Reddito di Cittadinanza”, avrei aumentato tutte le pensioni minime agli aventi diritto, a 1.000 euro ed avrei dato, al beneficiario di quella pensione, 300 euro in più al mese per ogni figlio disoccupato che fosse risultato a suo carico.

Non solo. Avrei eliminato ogni onere contributivo per quegli imprenditori che avessero assunto un Dipendente nella propria Azienda, per almeno 5 anni.

Se è vero che da una parte, il potere Amministrativo, avrebbe dovuto rinunciare ad incassare dall’imprenditore gli oneri contributivi del nuovo assunto, dall’altra, lo Stato non avrebbe dovuto sobbarcarsi il costo eccessivamente oneroso del “Reddito di Cittadinanza”.                                                 

Ovvero, una operazione a costo zero sul bilancio dello Stato.

In quel caso, però, la Politica, non avrebbe avuto alcun beneficio clientelare.

E pensi che, un provvedimento del genere, quello diverso dal “Reddito di Cittadinanza”, ovvero dell’aumento delle pensioni minime, avrebbe finito per rinsaldare il rapporto familiare di solidarietà, sia pure indotto, tra padri e figli, evitando, così, che la prole cadesse nelle mani di chi sfrutta i meno abbienti.

Senza alcuna burocrazia, che avesse potuto rappresentare un ostacolo per la attuazione di un simile provvedimento, ma solo per diritto acquisito, a seguito di una condizione sociale documentalmente certificata.

Tutto ciò, sarebbe potuto avvenire in un solo mese, invece di incartarsi in anni di tortuosa ricerca del nulla.

Ed allora, si, che sarebbero ripartiti immediatamente i consumi ed avremmo azzerato la povertà.

Le dico: AZZERATO LA POVERTÀ!

Ma così non è stato, anzi, quel “Reddito di Cittadinanza”, alla luce l’incedere del Coronavirus, sembra come se fosse stato progettato apposta… come un ammortizzatore sociale.

Al tempo stesso, per onestà intellettuale, prendo atto che la mia ipotesi della assunzione di un disoccupato, da parte degli imprenditori e degli Artigiani, con l’esenzione contributiva per un periodo di cinque anni per il Datore di lavoro, non avrebbe avuto più alcun senso, atteso che, la classe borghese della imprenditoria, pagando il prezzo più alto della crisi pandemica, è stata azzerata proprio a causa del Coronavirus.

Ma bisogna dire con altrettanta onestà che, senza quel “Reddito di Cittadinanza”, avremmo avuto sicuramente la Guerra Civile per le strade, se i beneficiari di quel reddito, fossero rimasti senza una lira (pardon, senza un euro) in tasca, forzatamente chiusi in casa, in occasione del Lockdown necessario per fronteggiare il contagio dal Virus e senza sapere come sfamare i propri figli.

Un’altra cosa è certa, di ciò non v’è alcun dubbio, ovvero che, senza il “reddito di cittadinanza”, quei “Beneficiari”, non sarebbero mai usciti sui balconi delle loro case a cantare e a strombettare durante il Lockdown.

Ed allora chiedo a me stesso: è possibile che il “Reddito di Cittadinanza”, sia stata una intuizione straordinaria, divenuta tale per via di un “Destino” imprevedibile che, per pura combinazione, sia coinciso con l’incedere del Coronavirus?

Comunque e a prescindere, il cosiddetto “Reddito di Cittadinanza”, è divenuto essenziale e funzionale alla crisi pandemica (“Epidemica”, pardon…chiedo scusa per la mia “ignoranza” nell’utilizzo dei termini scientifici) … Mah!…

ROBERTO CHIAVARINI                                                                                                                                 

Opinionista di Arte e Politica

Redazione Corriere Nazionale

 

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