Conte propone il dialogo con i talebani, ma Di Maio frena

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Il leader M5s apre al nuovo regime afghano ma si attira le critiche di Iv, Lega e Pd. E il ministro degli Esteri precisa: si giudichino dai fatti non dalle parole

AGI – I corridoi umanitari sono il primo passo, “il secondo passaggio, l’unica possibilità che abbiamo perché non sia completamente distrutto il lavoro di vent’anni, è mantenere un dialogo serrato costante con il nuovo Emirato islamico e soprattutto far capire loro che da soli non possono andare da nessuna parte”. Giuseppe Conte conferma la sua linea di seppure cauta apertura al nuovo regime dei talebani in Afghanistan e le critiche giungono immediate da Iv e Lega ma anche dal Pd.

E il ministro degli Esteri Luigi Di Maio frena la linea del leader M5s: “È importante agire in maniera coordinata nei confronti dei talebani. Dobbiamo giudicarli dalle loro azioni, non dalle loro parole” dice intervenendo al G7 Esteri. “Abbiamo a disposizione qualche leva, sia pur limitata, su di loro come l’isolamento dalla comunità internazionale e la prosecuzione dell’assistenza allo sviluppo fornita finora”, aggiunge il ministro. “Dobbiamo mantenere una posizione ferma sul rispetto dei diritti umani e delle libertà, e trasmettere messaggi chiari tutti insieme”.  

Ma le critiche a Conte giungono già dai principali partiti di maggioranza. “Dire che bisogna dialogare coi Talebani per le loro ‘dichiarazioni distensive’ mentre le mamme gettano i bambini sopra il filo spinato per salvarli e mentre i Talebani vanno casa per casa a cercare le donne significa capire poco di politica estera. E non capire nulla dei Talebani. Meno male che a Chigi c’è Draghi e non Conte” attacca la capogruppo di Iv alla Camera Maria Elena Boschi. 

Dalla Lega è Roberto Calderoli a criticare Conte: “Per dialogare bisogna essere in due, ma Conte ha capito che per questi qui l’unica legge e’ la shaaria islamica? Ma ha visto cosa stanno facendo in questi primi giorni? Dobbiamo dialogare con questi taglia gole? Non ho davvero parole…”. 

E il segretario Pd Enrico Letta taglia corto sull’ipotesi di dialogo con i talebani: “A me francamente sembra molto difficile. Dobbiamo attrezzarci al peggio. Poi ovviamente se la situazione sarà migliore, sarà tutto di guadagnato. Ma dobbiamo francamente attrezzarci al peggio”.

“L’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha visto un film evidentemente diverso da quello a cui assiste in queste ore la comunità internazionale. La sua richiesta di sviluppare con i talebani un “dialogo serrato” sui diritti umani fa a pugni con la sua sollecitazione affinché vengano messi in sicurezza tutti quei civili afghani che hanno collaborato con le forze dell’Isaf. Si accorge Conte che vuole dialogare con chi da quattro giorni va rastrellando, sì, proprio come facevano nazisti e fascisti, le persone casa per casa per eliminarle?” afferma Osvaldo Napoli, deputato di Coraggio Italia. “Solo se quel regime accetterà di sottoporsi al controllo della comunità internazionale si potrà in futuro aprire un dialogo. Ma, appunto, in futuro e senza la fretta del leader del M5s”. 

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