Sri Lanka, chi beve non guida… l’elefante

Col bizzarro ritocco al “Codice della Strada”, Colombo approva un’ulteriore legge a tutela dell’animale, immagine di prestigio e ricchezza dell’isola

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In Sri Lanka è stata recentemente approvata una normativa sul rispetto e la salvaguardia degli animali locali, che fa capo ad una più ampia serie di misure governative studiate per tutelare le innumerevoli ricchezze faunistiche del Paese. In questo patrimonio di tipicità naturali rientra, di buon grado, l’elefante: simbolo di pregio e agiatezza per molte famiglie benestanti dell’isola, non è raro che ciascun nucleo abitativo ne possegga almeno un esemplare in casa.

Una legge sulla mobilità “sostenibile”

L’obiettivo della sopracitata legge riguarda, in particolare, l’utilizzo del mammifero come veicolo di spostamento. Guidare un elefante per muoversi tra i centri abitati è, infatti, consuetudine nella piccola repubblica socialista asiatica, terra che tuttora preferisce limitare – forse anche perché costretta da svariati “fattori” – il caos del traffico automobilistico, incentivando la locomozione urbana ed extraurbana attraverso l’uso di piccoli motori biposto e/o di vettori… “più naturali” (nulla di strano, considerando che il cavallo, ad esempio, è stato il più diffuso mezzo di trasporto in Europa sino a quasi la metà del ‘900 e che l’asino, in molte zone e per certi versi, circola liberamente e/o lo è ancora tutt’oggi).

Quello che però colpisce – ed incuriosisce – del provvedimento singalese è il richiamo specifico al divieto di guida di un elefante se ci si trova palesemente in stato di ebbrezza, una delle “restrizioni” più significative mirata a combattere una pratica che, fino ad ora, era tollerata anche dall’amministrazione statale e che, d’ora in poi, sarà espressamente vietata.

Nello spingere il governo a prendere questa decisione pare abbiano giocato un ruolo significativo diverse riflessioni e molteplici aspetti: non solo si è focalizzato sull’obbligo di viaggiare in sicurezza per la guida e per lo stesso animale, ma anche sulle presumibili continue lamentele da parte di una nutrita fetta della popolazione che avrebbe assistito, in più circostanze e occasioni, ad inutili e vessatori soprusi da parte di “cavalieri” ubriachi nei confronti del malcapitato mammifero di turno.

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La rivincita dell’elefante indiano

Negli ultimi anni, infatti, le denunce di maltrattamenti e violenze nei confronti degli elefanti sarebbero aumentate in modo significativo, spingendo le istituzioni a intervenire con norme più severe che possano garantire innanzitutto l’integrità di ogni pachiderma, nonché del rispettivo guidatore o “padrone“, in caso di istintiva spropositata – incontrollabile – reazione dell’animale stesso. La nuova legge, in sostanza, prevede che tutti i proprietari debbano assicurare ai relativi animali a zanne una carta d’identità dettagliata, con foto e timbro di riconoscimento, basato sul DNA.

Inoltre, sono state introdotte nuove misure protettive per quegli elefanti che vengono solitamente impiegati in ambito lavorativo, come l’obbligo per gli “autisti” di non bere nemmeno durante le ore di servizio. Gli animali avranno poi diritto a un bagno giornaliero di due ore e mezza, per tutelare la loro salute e il loro benessere, e potranno tornare utili per un massimo di quattro ore al giorno, con il turno di lavoro notturno vietato. I cuccioli, inoltre, non potranno più essere utilizzati per le sfilate e, d’ora innanzi, non saranno mai separati prematuramente dalle loro madri per nessuna ragione.

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Quale futuro (specie per chi è a caccia di selfie)?

Anche l’industria del turismo subirà nuove importanti limitazioni: non più di quattro persone potranno “cavalcare” contemporaneamente un elefante, con l’obbligo di utilizzare selle imbottite e comode per garantire il comfort dell’animale prima, e dei passeggeri poi. Le sanzioni per chi viola queste regole saranno molto severe e potranno arrivare fino al sequestro dell’animale o, addirittura, a una pena detentiva massima di tre anni.

Secondo i registri ufficiali di Colombo, la capitale dello Sri Lanka, nel Paese ci sarebbero circa 200 elefanti addomesticati, mentre la popolazione selvaggia stimata si aggirerebbe intorno ai 7.500 esemplari1.

E se, date queste cifre, col tempo si pensasse di istituire una patente a punti..?

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Fonte: AGI, Agenzia Italia

Antonio Quarta

Redazione Il Corriere Nazionale

Corriere di Puglia e Lucania

Note di riferimento:

  1. Non tutti gli animali però fanno la “bella vita” sull’isola singalese: pare infatti che, come riportato in uno degli ultimi report redatto da alcune associazioni ambientaliste presenti in loco, nel 2019 sia stato sterminato un numero record di elefanti (361), per la maggior parte volutamente e in modo diretto dall’uomo. Infatti, pur essendo legalmente tutelato e, in larga parte, religiosamente venerato, l’uccisione “domestica” del mammifero a zanne resta comunque una pratica nota e comune in molte zone, dato il costante conflitto con i contadini locali che reputano gli elefanti solo “grandi distruttori dei loro raccolti”. Le autorità e gli amministratori pubblici dello Sri Lanka, tuttavia, avrebbero dichiarato il loro graduale impegno a lavorare meglio per risolvere le cause di questa “conflittualità”.

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