Il ritorno dei controllori sui mezzi pubblici, ma i sindacati non ci stanno

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Le nuove linee guida sui trasporti prevedono non solo che verifichino il possesso del biglietto, ma anche il corretto uso delle mascherine e il rispetto delle regole di distanziamento imposte dal covid  

© Minichiello / AGF 
– un autobus Atac a Roma

Sui mezzi pubblici torneranno i controllori, non solo per verificare il possesso del biglietto ma anche il corretto uso delle mascherine e il rispetto delle regole di distanziamento imposte dal Covid. Lo prevedono le nuove linee guida sui trasporti inviate dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile al Cts.

“Un tema cruciale sarà quello dei controlli – ha spiegato il ministro Enrico Giovannini – in queste linee guida si ripristina la figura del controllore che era stata sospesa per motivi sanitari nei mesi scorsi: questo controllo potrà avvenire sui mezzi o a terra in maniera tale da ridurre proprio l’affollamento”.

Il ministro ha in particolare sottolineato l’importanza della comunicazione ai cittadini e ha ricordato che “per treni, aerei e navi a lunga percorrenza sarà obbligatorio il green pass dal 1 settembre”, come previsto dal decreto legge varato dal governo a inizio agosto.

“Le Linee guida per stilare piani sul trasporto pubblico locale siano oggetto di confronto con le parti sociali e sia estesa la partecipazione ai tavoli prefettizi anche al sindacato”. A chiederlo unitariamente i segretari generali di Filt-Cgil, Stefano Malorgio, Fit-Cisl, Salvatore Pellecchia e Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi.

“Il ritorno del controllo sui mezzi – sottolineano i tre dirigenti sindacali – esteso non solo ai titoli di viaggio ma anche alla corretta applicazione delle misure anti-Covid, relative alla capienza all’80% al distanziamento e al corretto utilizzo della mascherina, porrà problemi di gestione non facili se non ci si confronta su come e con quale personale verrà svolta tale attivita'”. 

Proseguono i tre segretari generali: “Nessuno pensi che il controllo sui bus ricada sugli autisti: siano stanziate risorse aggiuntive per reperire il personale necessario a svolgere i suddetti compiti”. E spiegano: “La pianificazione di servizi aggiuntivi sconta notevoli ritardi anche per limiti strutturali dei bus turistici nelle città e serve differenziare gli orari. Non ci sono stati tavoli di coordinamento anche con le parti sociali ed è responsabilità di tutto il Governo. Il protocollo sulla sicurezza sottoscritto il 20 marzo 2020 fra Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili e parti sociali richiede un aggiornamento alla luce delle evoluzioni che ci sono state negli ultimi mesi”.

“Il rischio reale – avvisano Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi – è quello di bloccare il servizio soprattutto sui treni regionali. Inoltre, il trasporto pubblico locale è il settore a più alto rischio di aggressioni al personale e temiamo una escalation di tensione non governabile”.

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