Taranto – Africa Live con Mbye Ebrima su una terrazza a Talsano

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Una magia musicale nella tenue luce della terrazza ci porta in Africa, davanti ad un grande Moabi, un albero gigantesco che spesso troneggia solitario nella savana.

Un rito poetico al quale ci ha abituato da tempo Cheikh Tidiane Gaye, presidente di Africa Solidarietà, un mio amico senegalese oramai trapiantato nell’hinterland milanese. 

Questa premessa per parlare dello spettacolo organizzato dall’associazione tarantina Ulysses APS, nel progetto contenitore di eventi Hauskonzerte, con Mbye Ebrima.

Questo trentenne del Gambia, è dal 2015 in Portogallo, secondo la filosofia del nostro amico senegalese Cheikh: “vivi dove abiti e non dove sei nato”. 

Il destino degli esuli è quello di portare nel cuore suoni, colori, sapori e sofferte nostalgie di una natura da guardare senza angoscia e non come spesso accade oggi nel nord del mondo.

Come riporta la nota pubblicata sulla pagina Facebook dell’associazione, Lisbona gli è piaciuta come città multiculturale e aperta, piena di persone che volevano ascoltare la sua kora e la sua storia.

Mbye Ebrima ha deciso di stabilirsi qui per alcuni mesi. Oltre a recitare da solista, ha creato e fa parte di diversi progetti.

Si è già esibito in diversi palchi della capitale portoghese e ha anche tenuto concerti a Porto, Algarve, Ponta Delgada e presto suonerà in altre città portoghesi.

È stato invitato ad esibirsi nel programma “Conversas ao Sul” di RTPÁfrica e nel programma “Música sem espinhas” de Nuno Sardinha su RDPÁfrica.

Il suo ultimo concerto al B.Leza (13 gennaio 2016) è stato registrato da RTP e sarà trasmesso molto presto in televisione. 

La sua biografia è piena di musicisti, dal nonno ai fratelli, genitori compresi, tutti alle prese con il Cora Kora questo strumento che si suona nel Gambia, nel Senegal, nel Mali, nella Guinea Bissau.

Questo cuore d’Africa che è stato per secoli ferito dalle invasioni, dalla schiavitù, storie di sofferenza di un continente che risuonano nei brani che talvolta appaiono grida di dolore. 

Mbye Ebrima è innamorato del suo strumento, da dieci anni si è dedicato ad insegnarne l’uso, lo ha fatto in Africa, lo fa a Lisbona, ieri ha detto che lo farebbe anche a Taranto.

 

Un’inseminazione culturale che parte dal Cora Kora

Ieri abbiamo assistito a questa arte permeata da sensazioni, balli dell’anima, in un afflato di sentimenti, di amore universale come forma di accoglienza. 

Una cultura assai presente in Africa, come suggerisce il mio amico Cheikh nel suo libro: “Prendi quello che vuoi, ma lasciami la mia pelle nera“.

Quel senso di devozione e rispetto per l’ospite, che era presente anche nella nostra cultura secolare, quando le condizioni umili non cedevano al pregiudizio e all’indifferenza. 

Ecco la magia della musica, l’inseminazione riuscita, la fratellanza raggiunta col Cora Kora di Mbye Ebrima.

Roberto De Giorgi

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