Ancora un attacco e ancora sangue in Afghanistan. A Kabul una bomba nei pressi della moschea di Eid Gah, poca distanza dal Palazzo Presidenziale, ha fatto almeno cinque morti e diversi feriti. Obiettivo il corteo funebre della madre del portavoce dei talebani, Zabihullah Mujaid.
L’attentato potrebbe essere riconducibile al cosiddetto Stato Islamico del Khorasan, (il grande Khorasan è termine con il quale si indicano i territori degli odierni Afghanistan, Tagikistan, Uzbekistan, Turkmenistan e Pakistan), apparentemente fondato dai gruppi qaedisti presenti nella regione del Waziristan. Il gruppo ha rivendicato la responsabilità di alcuni degli attacchi più sanguinosi in Afghanistan negli ultimi anni e ha un odio profondo e reciproco per i talebani. Tre sospettati sono stati arrestati, hanno riferito fonti locali vicino ai fondamentalisti al governo.
La dinamica pare la stessa dell’attentato a firma Isis avvenuto la settimana scorsa nel capoluogo del Nangarhar, bastione del ramo afghano di Daesh: una bomba piazzata su una strada è esplosa al passaggio di un convoglio talebano. Il 17 settembre un attacco provocò 6 vittime a Jalalabad.
Un paese scosso da attacchi e instabilità
La capitale afghana ripiomba nella paura dopo che l’attentato di fine di agosto all’aeroporto internazionale durante le evacuazioni degli stranieri, e rivendicato dall’Isis, uccise oltre 70 persone, in gran parte civili. I feriti furono almeno 150.
La nuova esplosione sottolinea le crescenti tensioni nel paese e le sfide che i talebani devono affrontare, a partire dal problema della sicurezza in un momento di forte crisi economica. Intanto arriva la notizia che loscalo di Kabul è pronto a riprendere i voli interni e anche quelli internazionali, almeno con i Paesi vicini. Attualmente lo scalo accoglie già alcuni voli dal Qatar, dagli Emirati arabi e dal Pakistan.