Grazie anche al molisano doc Antenucci il Bari cala il tris a Campobasso

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Balliamo, è da tanto tempo che non lo facciamo, balliamo, c’è la musica che piace pure a te”, cantava Fred Bongusto nato proprio a Campobasso. E si perché il Bari continua a ballare come una volta quando in serie B con Conte si cantava una ritmata “La capolista se ne va”.

La gara di oggi aveva un coefficiente di difficoltà e di resilienza abbastanza alto. Affrontare una neo promossa – si sa – non è mai facile per nessuno, sia per l’entusiasmo che si crea quando si viene promossi, sia perché, come al solito, quando si incontra il Bari nelle serie inferiori, i giocatori centuplicano l’impegno, salvo poi azzerarlo in altre gare. Il Campobasso se vinceva ne avrebbe parlato tutta l’Italia, se avesse perso sarebbe stato tutto nella norma. Infatti hanno giocato con la tipica incoscienza di chi non ha nulla da perdere. Ma alla fine han dovuto inchinarsi alla forza prorompente della capolista che, a quanto pare, quest’anno soffre meno le forze centuplicate degli avversari. E non sarà un caso.

E così, nella patria di Mirco Antenucci con lui in campo per la prima volta nel suo Molise, il Bari ha dato continuità ai risultati ottenendo la quarta vittoria consecutiva in trasferta e la settima vittoria in totale. Da segnalare il bel gesto dei tifosi molisani che hanno salutato con un sincero applauso Antenucci quando è stato sostituito. Davvero un bel gesto che insegna tanto a questo calcio, purtroppo, ancora malato.

Primo tempo non esaltante ma decisamente molto vibrante con entrambe e squadre che non si sono risparmiate, col Bari che ha provato a fare la partita portandosi in vantaggio col solito terzino goleador Terranova, subito, al 5′ minuto, e che ha cercato il raddoppio più di una volta fallendolo sempre, soprattutto con Cheddira (clamorosa l’occasione sui suoi piedi fallita), e col Campobasso che ha saputo reagire fino ad ottenere un rigore apparso netto che Rossetti ha realizzato proprio a cinque minuti dalla fine del tempo. Ma questa è stata la sola opportunità per la squadra molisana, Frattali, infatti, non è masi stato impegnato più di tanto.

Il Bari nel secondo tempo alza il ritmo, e ancora Cheddira spreca un’altra clamorosa occasione, ma dopo un minuto è proprio Antenucci, grazie ad un assist grandissimo di Maita (il migliore in campo assoluto), a portare in vantaggio il Bari. Proprio lui, il molisano doc. Smentita la massima per la quale “nemo propheta in patria”.

Prova a dar forza al centrocampo Mignani facendo entrare Bianco per D’Errico, ed il Bari continua a gestire bene il vantaggio con ripartenze pericolose e mantenendo ordine nel gioco prodotto dai molisani.

E su uno dei tanti capovolgimenti di fronte, Cheddira mette il timbro sulla gara siglando il terzo gol.

Su contropiede Bianco spreca il quarto gol in modo davvero clamoroso, dopo di che arriva il fischio finale della gara.

Diciamo che a guardarla con laicità e a gara terminata, non c’è mai stata partita. Il Bari, sia pur con qualche sbavatura e dopo aver concesso il minimo sindacale agli avversari, ha avuto sempre il pallino del gioco sia in difesa, tranne che sul rigore dove c’è stata l’unica sbavatura, sia a centrocampo dove ha concesso davvero poco senza sbagliare passaggi evitando i lanci lunghi tipici dello scorso anno, sia ovviamente nelle azioni di ripartenze in attacco dove si è procurato diverse occasioni da rete, diciamo almeno sette-otto, tre delle quali realizzate, le altre ad un passo dalla realizzazione. Grande intensità di gioco da parte del Bari, come da tempo non si vedeva.

Guarda caso Mignani ha gettato in campo Cheddira e Antenucci dal primo minuto che lo hanno ripagato con un gol per parte. E allora se prima poteva essere un caso, ora si ha la conferma che l’allenatore genovese, a cui piace tanto Fabrizio De André, sa leggere bene la gara sia alla vigilia sia a gara in corso.

Un Bari convincente a Campobasso perché non solo ha vinto, ma ha dimostrato le proprie qualità, si è permesso il lusso di sbagliare quattro-cinque gol ma ha dimostrato superiorità rispetto agli avversari che hanno giocato comunque una buona gara, ma per questo Bari non ce n’è per nessuno, infatti sembra già di categoria superiore rispetto alle avversarie, sembra già pronta per la B, e i suoi giocatori danno l’impressione di essere di caratura superiore, ma vedere il Bari giocare così bene, vincere sette gare di fila, dà anche l’idea che questo può e deve essere l’anno suo perché rimanere un quarto anno in C sarebbe davvero un tragedia totale, una apocalisse sportiva, ma è bene non pensarci, toccare ferro, e rimanere come sempre coi piedi per terra.

Era necessario recuperare Antenucci che è piaciuto tanto per l’atteggiamento, quanto per la resa. Lui si è dato da fare in fase di contenimento, ha capito come dare il contributo, e ha segnato pure un gol. Quest’anno tutta la squadra deve dare l’esempio, tutti devono dare il massimo.

E’ una orchestra, questo Bari, dove tutti stanno suonando il proprio strumento musicale seguendo ad litteram “Morricone” Mignani.

E’ piaciuto il carattere della squadra che, dopo aver subito il pareggio, ha dimostrato di essere più forte di tutto e di tutti.

Con la gara di oggi ha predisposto il terreno ideale per mercoledì prossimo contro il Foggia dove sono attesi più di quindicimila spettatori nonostante si giochi nel mezzo della settimana e di sera. E chi ci sarà, ci sarà e si divertirà, chi mancherà di certo si mangerà le mani.

Il Bari sta messo meglio rispetto a Ternana e Reggina per ciò che concerne i punti, anche se le due squadre hanno cominciato a prendere le distanze di sette punti dalla dodicesima giornata, e gli indizi non sono frutto della fortuna: la verità è che c’è l’entusiasmo che fa la differenza, e che riesce a trascinare l’ambiente perché tutti credono nelle potenzialità.

Oggi tutti hanno fatto una prestazione individuale notevole come Maita. Nell’emergenza a centrocampo forse Mignani lo ha riposizionato nel posto migliore che da mezzala. E sarà dura quando Di Gennaro potrà tornare arruolabile al 100%.

Ma come si dice: meluis est abundare quam deficere. E Mignani gongola avendo 24 giocatori tutti sullo stesso livello. Oggi ha avuto spazio persino Lollo. E pensare che a luglio sembrava un campionato compromesso.

Massimo Longo

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