Conte presenta la squadra dei vicepresidenti 

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Il leader del Movimento 5 Stelle apre al dialogo con il Pd  

© Eliano Imperato / Controluce via AFP 
–  Giuseppe Conte

Dopo mesi di attesa, dovuti anche alle traversie con l’associazione Rousseau, prima di poter diventare il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte lancia la nuova squadra e presenta ai parlamentari i 5 vicepresidenti. 

 

Si tratta di nomi da giorni considerati in pole position nelle stanze dei palazzi e sono Paola Taverna, Michele Gubitosa, Riccardo Ricciardi, Alessandra Todde,  Mario Turco. Mentre Vito Crimi, già capo politico reggente, diventa il responsabile dei dati sensibili del Movimento.  

L’ex presidente del Consiglio ha rivelato la squadra dopo aver parlato ai parlamentari del risultato delle amministrative e della prospettiva politica di M5s 2.O . Lo fa chiudendo a Calenda e Renzi e lasciando aperto al dialogo con il Pd anche se con un ‘warning’: se saremo alleati, mai M5s sarà in posizione ‘ancillare’.     

“Questa tornata elettorale è stata segnata dal mancato rinnovo della fiducia dei cittadini” che ci aveva consentito “di governare città importanti. Questo al di là dell’impegno di Virginia e di Chiara, cui va il nostro ringraziamento”, dice Conte. Per cui niente caccia alle streghe niente “singoli a cui addossare il marchio dei colpevoli”. Serve una grande assunzione di “responsabilità collettiva”, spiega. Poi inquarda il perimetro in cui il suo ‘partito’ potrebbe collocarsi.

L’attacco a Calenda e Renzi

Usa l’ironia per Carlo Calenda ed è più duro con Matteo Renzi. Si legge sui giornali che “il leader di Azione non ci vuole come suoi alleati. Non capisco perché continui a ripetere ossessivamente questo mantra. Noi lo solleviamo da questi dilemmi e gli diciamo: non ti sei accorto che nessuno di noi si è mai dichiarato disponibile ad averti come alleato?”.

Quanto al leader di Iv: “C’è anche il caso limite di chi, saltellando tra una comparsata tv e un rinascimento arabo, per chiedere l’abolizione di una misura contro la povertà non ha avuto il coraggio di presentarsi col suo simbolo accontentandosi delle percentuali dei sondaggi che stabilmente li accreditano un punto sopra lo zero. E mentre noi eravamo impegnati nella sfida più dura della pandemia a marzo 2020, e tutti copiavano le nostre misure, andavano alla Cnn per dire non fate come l’Italia. Noi non abbiamo nulla a che vedere con persone che sono andate in tv a parlare male del nostro Paese”, aggiunge. 

“M5s disponibile a dialogo con il Pd”

Invece, “un ragionamento a parte merita il Pd, siamo disponibili a continuare il confronto e ad alimentare il dialogo“, prosegue. Ma non si deve pensare che la spinta innovatrice del Movimento “possa spegnersi o accomodarsi in una funzione ancillare o accessoria a chicchessia”.

Questo dialogo interessa nella misura in cui generi “una prospettiva di governo”, che abbia l’obiettivo di realizzare una effettiva trasformazione del Paese”, nota citando tre i pilastri intoccabili per il Movimento: transizione ecologica, transizione digitale e inclusione sociale.    

“Non è il tempo delle lamentele” 

Nel frattempo Conte compatta i gruppi :”Non è questo il tempo delle lamentele, del piangersi addosso, dobbiamo e dovete essere voi i primi a credere nella ripartenza. Noi siamo il Movimento, non abbiamo bisogno di scimmiottare i modi della vecchia politica. Da tanti anni l’avete combattuta e io mi sono unito” in questa battaglia. E ancora:”Dobbiamo tornare ad un impegno autentico e ognuno deve chiedersi che cosa non ha fatto per il proprio territorio e che cosa ora può fare”. Sono “in tanti a volerci divisi. A costoro dobbiamo rispondere con voce ferma: rimarrete delusi”.

Dall’assemblea si levano alcune voci critiche sui risultati delle amministrative, quella di Giulia Sarti, ad esempio, che ha fatto una dichiarazione sui risultati in Emilia Romagna sulla stessa linea della vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni. Poi c’è l’ex ministro Vincenzo Spadafora che ha chiesto a Conte se veramente voglia che si vada al “voto” dopo l’elezione del Capo dello Stato, riprendendo voci che davano per probabile l’intenzione dell’ex premier di togliere la fiducia a Draghi.  Conte rimarca: “Il sostegno non nasce cieco e non muore cieco, non è un assegno in bianco. Pretendiamo chiarezza su una rassicurazione fatta dal presidente del Consiglio, ovvero che il cashback ripartirà nel 2022 dopo una sospensione e se qualcuno nei partiti di maggioranza vuole fermare l’innovazione e strizzare l’occhio agli evasori non avrà da noi il tappeto rosso”.     

Conte ovviamente guarda con attenzione alla campagna vaccinale e al Pnrr, che sono stati soprattutto al centro della sua attività di governo, che ha portato l’Europa a cambiare rotta sul patto di stabilità.     

Nessuna voce critica, a quanto riferito, si leva sulla scelta dei vicepresidenti. Certo nelle passate settimane il discorso ripetuto era: qualche scontento si creerà ma se deve essere un fuggi fuggi da M5s, meglio ora che non durante la partita per il Quirinale. Certo che alcune personalizzazioni fatte in assemblea da Conte sui risultati ottenuti in Parlamento, per cui la norma sul superbonus diventa “Fraccaro” e la ‘spazzacorrotti’ “Bonafede”, ha lasciato qualche perplessità, visto che Conte ha chiamato a “raduno la squadra e che dietro c’è il lavoro di tutti”.

Così come non è passato inosservato che i media già avessero dato i nomi della nuova squadra prima ancora che Conte li avesse presentati a parlamentari. AGI

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