“Corto muso”, ufficialmente approvato il neologismo targato Max Allegri

L’espressione idiomatica che l’allenatore juventino utilizzò occasionalmente nel 2019 è divenuta talmente virale sul web e nel parlato quotidiano da dover essere riconosciuta nella sezione Neologismi 2021 dell’enciclopedia Treccani

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Oxford Languages li definisce «termini o costrutti di recente introduzione nella lingua, motivati da nuove esigenze tecniche o di costume».
E di tecnica si deve sicuramente parlare dato che il modo di dire “corto muso” – appena inserito tra le terminologie contemporanee corrette in ambito calcistico del dizionario enciclopedico Treccani, tra i più apprezzati in Italia – è stata la locuzione partorita due anni e mezzo fa da un notissimo allenatore di calcio, tale Massimiliano Allegri, cinque volte “Panchina d’oro” alla guida della Juventus SFC dal 2014 ad oggi (biennio sabbatico 2019-2021 a parte).

Genesi del “corto muso”: dalle gare equestri all’irrequieto mondo del pallone

Il 13 aprile 2019 il mister – in conferenza stampa al termine di Spal-Juve (2-1) – parlava dell’importanza di avere un certo vantaggio in classifica sui club inseguitori e ricordava che per conquistare il campionato era sufficiente avere un solo punto di distacco dalla seconda. Per descrivere meglio questo concetto il livornese si affidò ad un’immagine presa dal mondo dell’ippica (ambiente nella conoscenza del quale Allegri era molto ferrato, come riportato su LaNazione.it del 15 maggio 2018 alla sezione Cronaca): le corse tra cavalli ricorrono spesso al fotofinish per dichiarare vincitore l’animale che taglia per primo il traguardo anche solo con il muso, non tenendo minimamente in considerazione la posizione dei piedi o del tronco.

“Vincere di corto muso” significherà quindi d’ora in poi «ottenere una vittoria ottenuta col minimo distacco necessario». Max Allegri esorcizzò con quella frase la sconfitta in trasferta della propria squadra lanciando un messaggio di fiducia ai tifosi ed alla società sportiva: ponendo l’accento sul pragmatismo e catalizzando l’attenzione sul fatto che, per agguantare lo scudetto, non servissero troppi punti accumulati a garanzia di non essere raggiunti, l’allenatore concluse sintetizzando che bastava «mettere il musetto davanti» (dal min. 08:25).

La lingua come fluida evoluzione delle espressioni d’uso comune

Il tecnico quasi sicuramente non immaginava nel 2019 di poter coniare un neologismo nell’Enciclopedia Treccani ma quelle parole, condivise e divenute virali sui social, emigrarono rapidamente dal web al mondo reale sotto forma di “tormentone”. Si dice che il mister non abbia più avuto molta necessità di ricorrere a quell’espressione: la diffusione di “corto muso” nell’uso quotidiano è tuttavia risultata essere talmente capillare da far sì che il termine si configurasse “d’uso comune”, condizione necessaria e sufficiente affinché un modo di dire possa essere legittimato in vocabolario.

A suggellare i lati positivi di una magnifica malleabilità della lingua italiana basti sapere che Cortomuso è oggi anche il nome del Festival musicale indie-pop, in programma dal 20 al 28 agosto a Livorno, organizzato – ironia del destino – nell’ippodromo cittadino Federico Caprilli (cfr. Fatto Quotidiano.it, 25 luglio 2021, sezione Musica).

Antonio Quarta

Redazione Il Corriere Nazionale

Corriere di Puglia e Lucania

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