Inutile cercare rivincite col Latina. Occorre guardare avanti e vincere

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La temono tutti, volenti o nolenti, questa è la verità. Il Bari è la squadra da battere tanto che, non potendola mettere sul piano tecnico dove partirebbero tutti battuti, la mettono sulla “partita della vita” impegnandosi al 200%, salvo, poi, ridimensionarne l’impegno quando affrontano le altre squadre – favorite incluse – perché battere il Bari non è la stessa cosa di battere il Palermo, il Catanzaro o l’Avellino. Inevitabile, poi, trovare difficoltà nel fare risultato da parte dei biancorossi.

La Paganese, che contro il Bari giocò col sangue agli occhi conquistando un punto, ha perduto miseramente a Palermo, la Juve Stabia, dopo la vittoria sul Bari, ha impattato in casa niente di meno che col Monterosi che, a sua volta, ha bloccato la “forte” Vibonese. Con la quale si è sofferto parecchio, sullo 0-0. Il Foggia dopo aver brillato al San Nicola, è stato fermato dallo stesso Monterosi, la Virtus Francavilla con gli uomini recuperati, ha perso miseramente in casa contro la Turris. E di esempi ne potremmo fare decine.

Ha fatto specie domenica scorsa la Fidelis Andria, nelle terre tanto care a Federico II° di Svevia, che si è dimostrata davvero troppo debole per impensierire la squadra di Mignani tanto da non avere avuto modo di impegnarsi oltre i propri limiti, troppo evidente il divario tecnico tra le due squadre, anche se la vittoria conseguita, dalla stessa Fidelis, l’altro giorno col Piacenza in Coppa Italia, una squadra di rango e di cartello per la C, ha, di fatto, dato un senso alla vittoria del Bari definendo che, in fondo, non si è vinto con una squadretta.

Fino adesso, contro squadre medio basse, il Bari o ha perduto malamente o ha fatto punti grondando sudore, Segno, evidentemente, che queste compagini si superano nell’impegno quando vedono biancorosso al punto che può capitare la loro giornata della vita. Del resto in serie D abbiamo assistito a gustosi (amari) antipasti allorquando – si ricorderà – il Roccella, la Cittanovese, la Nocerina e la temibile Turris – che, per caso o per destino, ultimamente il Bari la trova sempre davanti – sconfissero i biancorossi, senza dimenticare le soffertissime vittorie con un solo gol di scarto contro il Troina e il Rotonda, squadra, quest’ultima, eterno fanalino di coda del torneo. E poi volete mettere il gusto che c’è a battere la Filmauro dei De Laurentiis con quello di battere un semplice presidente di provincia? Davide contro Golia, sempre e per sempre.

La gara di Andria ha detto che qualche giocatore è tornato a splendere di luce propria. Infatti, il Bari sembra abbia ritrovato il miglior Antenucci e forse ha recuperato anche D’Errico. Tutto sta in Mignani ad azzeccare la formazione giusta, cosa che è riuscito a fare quasi sempre, inclusi i cambi che si sono dimostrati determinanti in molte occasioni.

D’Errico dovrebbe trovare una giusta condizione, la consapevolezza di essere un giocatore importante, deve essere sempre stimolato, deve percepire la grande fiducia altrimenti rende poco, lui è un giocatore troppo importante per la squadra.

Lo stesso Celiento, dopo un periodo buio, da quando Mignani lo ha gettato nella mischia, ha risposto alla grande, tanto che ora sarà difficile cedergli il posto. Di Cesare ha detto che vuol tornare e non sventolare bandiera bianca, insomma tutte le premesse ci sono per far bene e per tonare a quanto fatto nel primo parte del girone di andata.

Domani c’è da pigiare sull’acceleratore e cercare a tutti i costo la terza vitoria consecutiva. Una sfida che rievoca tristi momenti per il Bari ma, forse, sarebbe il caso di non guardare il passato ed avere sete di rivincite. Più opportuno guardare il presente e cercare di vincere questa sfida che si preanuncia di difficoltà alta considerato che il Latina proviene da un filotto di vittorie consecutive a cui, come detto prima, andrà ad aggiungersi il super impegno che i pontini profonderanno in campo. Il Palermo e le altre non aspettano, occorre rimanere distanti da loro.

C’era da mettere la firma, sin dal ritiro sfortunato di Storo, nel vedere il Bari primo in classifica dopo 15 giornate distanziato di quattro punti dalla seconda, e se il Bari è ancora in testa, al di là di certe prestazioni negative e di altre imbarazzanti di alcune avversarie, un motivo preciso ci sarà, non si è in testa per dodici giornate consecutive per caso. Certo la strada è lunga ancora, il campionato è più livellato mancando la Reggina e la Ternana di turno, non ci si può cullare sugli attuali allori, il Bari deve migliorarsi ma il tracciato è battuto perché il cammino va capito guardando indietro ma va vissuto guardando avanti. Veritas filia temporis.

Massimo Longo

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