Taranto – Tutti al Borgo e il borgataro non trova più parcheggio sotto casa

Puglia

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La città estesa raggiunge il suo paradosso: tutti sfuggono dal centro per scegliere dove abitare, poi vi tornano per shopping e passeggiate.

Il lungomare, le piazze, le luminarie del Natale, spettacoli ed eventi, ecc, insomma il centro diventa attrattivo e nasce il problema del parcheggio.

L’esperienza personale vale più di ogni ragionamento: ieri sera rientro al Borgo e la ricerca e il conflitto con altri autisti della domenica nasce sull’occupazione delle aree gialle delle fermate del Bus urbano.

Le uniche zone disponibili e fatti salvi quelli degli invalidi e i passi carrabili anch’io conquisto l’unico posto giallo-bus a 800 metri da casa.

Per il resto il Borgo è sold out!

Si potrebbe fare una domanda, quanti sono i tarantini che hanno smesso di venire al centro nei giorni di festa o delle grandi ricorrenze per il problema del parcheggio?

Non è solo inquinamento, stress e le patologie insorte a causa dell’uso dell’auto, i ritmi frenetici, la ricerca estenuante del parcheggio sembrano appartenere soprattutto a grandi città, come Taranto, dove la mancanza di una politica sulla mobility urbana porta a questa situazione.

Cosa si può fare quindi per poter ridurre questi effetti negativi?  Si parla spesso di mobilità sostenibile, come accede la nostra città al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza?

Situazione normale di un tratto del borgo

Al di là di servizi di Car Sharing o Car Polling che permettono di ridurre il traffico utilizzando la condivisione di un’auto tra più persone, si potrebbe finalmente attivare l’area Cimino in convenzione con Kyma Mobilità Taranto che metta a disposizione mezzi alternativi per raggiungere il centro?

 

 

Non si può continuare a ignorare il problema anche perché il tempo peggiora il disagio dei cittadini e senza proporre scenari apocalittici una soluzione per le giovani generazione è ripopolare in futuro Borgo e città vecchia, unico modo per uscire dalla tirannia dell’auto.

E riappropriarci della identità tarantina che nelle periferie si annacqua.

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