“In 10 mesi 1.017 morti sul lavoro. Un bollettino di guerra che dice una cosa sola: nei luoghi di lavoro non c’è abbastanza sicurezza, non ci sono sufficienti controlli, non funziona il rispetto delle norme e l’azione di chi è tenuto a farle rispettare.
Come indica anche quel 6.3 per cento in più rispetto al 2020 di denunce di infortuni, che tra gennaio e ottobre di quest’anno sono state 448.100.
Non bisogna avere paura di dire le cose per come sono: 1017 uomini e donne morti sul lavoro è un record indegno di un Paese civile”.
Così la copresidente di Italia Viva Senatrice Teresa Bellanova, Viceministra alle Infrastrutture e Mobilità sostenibili.
E ancora: “Se di fronte all’emergenza covid si sono messi in campo strumenti straordinari per tutelare le lavoratrici e i lavoratori dal virus, troppo spesso non si è fatto abbastanza per rafforzare quelle misure essenziali per la formazione e la tutela di chi svolge incarichi a maggiore rischio.
Serve moltiplicare i controlli e potenziare le verifiche delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro; incrementare a tappeto il rinnovo dei parchi macchine, anche se sappiamo che la macchina tecnologicamente più avanzata non garantisce sicurezza se quella stessa macchina viene depotenziata per velocizzare la produzione.
Si muore così, e spesso muoiono soprattutto lavoratrici e lavoratori giovani, che quelle macchine non avrebbero dovuto azionare da soli.
Ecco perché per cambiare le cose è necessario partire anche dalle parole: non esistono morti bianche sul lavoro. Ma precise responsabilità. mancata formazione, mancata consapevolezza sugli strumenti a disposizione, mancato rispetto delle norme, insufficiente vigilanza, mancati controlli, poca cultura della tutela del lavoro. Abbiamo bisogno di più formazione delle lavoratrici, dei lavoratori, degli addetti alla sicurezza e di chi, indicato dalle organizzazioni di categoria, svolge il delicato compito di garantirne il rispetto. Investire investire sulla cultura della prevenzione e sulla vigilanza.