Di Maria non si dirà mai abbastanza

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La Vergine Immacolata intercede per noi in Cielo come una buona madre che custodisce i suoi figli. Maria ci insegni con la sua esistenza che cosa significa essere discepolo missionario”.Papa Francesco

Di Daniela Piesco

Anche quest’anno, come ogni 8 dicembre, la Chiesa celebra l’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria: il dogma, cioè la verità di fede, per cui la Madonna non è stata “toccata” dal peccato originale, ne è stata preservata sin dal primo istante del suo concepimento.

Un perfetto collante tra l’Immacolata e Natale potrebbe essere descritto al meglio dall’aforisma di San Bernardo di Chiaravalle, tra i monaci che hanno fondato l’Europa: «“De Maria numquam satis”, (Di Maria non si dirà mai abbastanza)di Colei cioè che, senza peccato, disse Sì al Signore e permise il Natale dell’umanità più di duemila anni orsono.

A proclamare il dogma fu l’8 dicembre 1854 papa Pio IX con la bolla “Ineffabilis Deus”. Un testo in cui si legge: “La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale”.

Il dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854, non si riferisce al concepimento di Gesù, bensì a quello di Maria .

A differenza di ciò che molti credono, il dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854 (e celebrato dalla Chiesa cattolica ogni 8 dicembre), non si riferisce al concepimento di Gesù, bensì a quello di Maria. Secondo tale verità di fede, infatti, la Vergine Maria è stata concepita pura, senza peccato originale: Dio ha preservato Maria da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento nel grembo di Sant’Anna.

La formulazione relativamente recente di questo dogma si deve alle dispute teologiche intorno alla nascita della madre di Gesù, durate secoli. In Oriente fin dal VI secolo d. C. si celebrava una festa della concezione di Maria, diffusa in Occidente dal X secolo ma ufficializzata solo nel 1708. L’8 dicembre di ogni anno, dunque, i cristiani cattolici festeggiano il fatto che Maria, madre di Gesù, è nata senza la macchia del peccato originale. Eccezione unica nella storia umana («singolare grazia e privilegio») con cui Dio ha preservato fin da subito Maria da ogni colpa.

La festa

L’origine della festa dell’Immacolata Concezione non è chiara. Alcuni studiosi sostengono che derivi da un’altra celebrazione, che si svolgeva presso la chiesa bizantina e che ricordava la nascita di Maria dai genitori Gioacchino e Anna. Un fatto raccontato come miracoloso e avvenuto per grazia divina, sempre in riferimento alla speciale natura della futura madre di Gesù. Il trasferimento di monaci dall’Oriente all’Occidente e gli intensi rapporti fra l’Italia meridionale e Bisanzio hanno successivamente propiziato l’arrivo anche da noi di questa festività. Nei secoli successivi il culto si è propagato a tutto l’Occidente, soprattutto per iniziativa degli ordini religiosi benedettini e carmelitani, e l’8 dicembre 1661 papa Alessandro VII inserì la festa nel calendario della Chiesa universale (con la bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum). Tutto questo mentre ancora impazzava il dibattito che sarà poi sciolto, lo ricordavamo poco fa, solamente nel 1854.

Il culto mariano: mito cattolico o verità storica?

Secondo l’opinione dei laicisti la figura di Maria non aveva una grande importanza per i primi cristiani, solo col Concilio di Costantinopoli del 381, cioè dopo più di tre secoli dalla morte di Gesù, appare ufficialmente la figura di Maria nel credo, ma non c’è traccia di lei nelle tradizioni più antiche.

In realtà non è affatto vero che i vangeli siano poveri o addirittura privi di riferimenti alle qualità soprannaturali della madre di Gesù. I vangeli di Matteo (1, 18-25) e Luca (1, 26-38) affermano chiaramente che Maria concepì Gesù per opera dello Spirito Santo senza che conoscesse uomo. Quando nel 381 i vescovi riuniti nel Concilio di Costantinopoli fondarono il dogma della verginità di Maria non “inventarono” nulla di nuovo, non fecero altro che rifarsi al vangelo e, ad una tradizione antichissima presente da sempre nella Chiesa.

Anche il culto che viene tributato oggi a Maria dalla Chiesa cattolica è ben lungi dall’avere chissà quali oscure origini pagane, essendo ben fondato anch’esso nel vangelo.

Riportando una tradizione molto più antica il vangelo di Luca chiama la Vergine “piena di grazia” e in un versetto del Magnificat si dice: “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata” (Lc 1, 48).

L’essere “piena di grazia”significa appartenere completamente con stabilità, forza e pienezza ad un amore che ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna (Gv 3,16). Per questo Maria è beata e celebrata da tutte le generazioni.

Il culto mariano è, quindi, molto ben giustificato dal vangelo.

Tutti i racconti della nascita e infanzia di Gesù e Maria, della vita e morte di Giuseppe, sia apocrifi che canonici, evidenziano caratteristiche giudaiche.

Tali racconti riflettono la tradizione conservatasi nell’ambiente della famiglia di Gesù. La devozione mariana non è un mito cattolico, ma si origina dalla testimonianza degli apostoli, cioè di coloro che hanno conosciuto la madre di Gesù ed hanno assistito alla sua vicenda.

Maria ci sostiene nel nostro cammino verso il Natale, perché ci insegna come vivere questo tempo di Avvento nell’attesa del Signore. Perché questo tempo di Avvento è un’attesa del Signore, che ci visiterà tutti nella festa, ma anche, ognuno, nel nostro cuore.

Daniela Piesco

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