In Italia non è possibile esprimere il pensiero su talune problematiche politiche

Politica

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Riceviamo e pubblichiamo

Caro Direttore,
In Italia esprimere il proprio pensiero su talune problematiche si rischia di essere tacciati di reazionario da una cultura antistorica e da un pressapochismo politico.

I due eroici Maro’, prigionieri in uno Stato autoritario, non sono stati difesi affatto eppure, ricorderete, un ministro che intendeva ascoltare le voci dell’Italia si è dovuto dimettere per aver tentato di dare dignità all’Italia e solidarietà concreta ai nostri militari. In piu abbiamo risarcito con milioni di euro per colpe non commesse.

Se si parla di arrivi incontrollati di migranti, che alimentano la pandemia e le mafie, si è tacciati di “agente discriminante
Se mettiamo in discussione le spesso oscure attività delle” ong” nei presunti salvataggi, spesso organizzati, per quato appreso dai media. dagli stessi trafficanti di esseri umani, si è tacciati di comportamenti xenofobi e nientepocodimeno “fascisti”.

Se al supermerato i carrelli sono in mano a extracomunitari senza guanti, senza mascherine e forse senza vaccinazioni, mentre gli italiani sono divisi tra buoni (i vaccinati) e cattivi a cui vengono imposte restrizioni sulle libertà personali, si è tacciati di “rigurgito antiimmigranti”.

Se si mette in discussione la presenza di volontari in zone dichiarate ad alto rischio, che costringeranno l’Italia a pagare continui riscatti per i certi rapimenti, si è tacciati di insensibilità sociale.

I problemi, Caro Direttore, sono di natura politica a cui spetta superare il pur comprensibile buonismo etico per il bene della comunità locale e internazionale.

PARLARNE SENZA CONDIZIONAMENTI È UN DOVERE DI OGNI CITTADINO CHE VIVE CONSAPEVOLMENTE LA CITTADINANZA ATTIVA.

Vincenzo Servedio

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