I dirigenti scolastici precisano che la didattica a distanza pregiudica la qualità degli apprendimenti e quindi solo per ottime ragioni è giusto utilizzarla.
Per i presidi si potrebbe sfruttare la Dad per accelerare sulla vaccinazione degli under 12
AGI – “Si tratta di una decisione molto critica, da demandare alle autorità sanitarie che sono in possesso dei dati aggiornati dei contagi nelle varie regioni. Deve essere chiaro che la Dad pregiudica la qualità degli apprendimenti rispetto alla scuola in presenza e quindi si devono avere delle ottime ragioni per decidere in tal senso. Si potrebbe ad esempio sfruttare un certo periodo di Dad per accelerare la vaccinazione degli under 12 anni, in quanto i numeri del contagio in quest’ultime ore ci dicono che è proprio la fascia dei più piccoli la più colpita”. Lo dichiara all’AGI, Antonello Giannelli presidente dell’Associazione nazionale presidi, commentando la richiesta del governatore della Campania, Vincenzo De Luca di rinviare di 20-30 giorni la riapertura delle scuole a causa dell’impennata di contagi da Covid-19.
Inoltre, “si potrebbe organizzare una massiccia campagna di screening – continua Gianelli – e si potrebbero distribuire mascherine Ffp2 a tutti gli alunni. Sicuramente la Dad preoccupa quelle famiglie che dovrebbero conciliare la gestione dei bambini più piccoli con i propri impegni lavorativi”.
Per quanto riguarda la recente proposta delle Regioni al governo sulle quarantene degli studenti (mandare in dad, solo al secondo caso di contagio, i non vaccinati e mantenere in presenza e in auto sorveglianza i vaccinati con mascherina Ffp2), il presidente dell’Anp sottolinea : “purtroppo, abbiamo constatato che quasi nessuna Asl è riuscita ad attuare il protocollo del 3 novembre, eseguendo tempestivamente tracciamenti e tamponi. Per le scuole è di fatto impossibile gestire una parte di classe in presenza e un’altra parte, variabile di giorno in giorno, a distanza. Si pensi – conclude Giannelli – a quanto è complesso un problema organizzativo di tale natura, tanto più se moltiplicato per decine di classi. Tra l’altro si pone, nuovamente, il problema della privacy come già successo per il personale”.
In vista della riapertura delle scuole, Giannelli dice: “Sapevamo che a gennaio i contagi avrebbero raggiunto un picco e abbiamo già chiesto che il Cts si pronunci dando nuove indicazioni sia sul protocollo di gestione delle quarantene, da allineare al decreto-legge 221/2021, che sull’utilizzo delle mascherine Ffp2. La scuola ha bisogno di programmazione e anche le famiglie devono sapere che cosa succederà. Speriamo che il ministero della Salute sia in grado di fornire con tempestività indicazioni chiare”.