Il report sulla pedofilia che getta ombre sul lavoro di Ratzinger

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Quattro i casi che chiamano direttamente in causa il Papa emerito che fu arcivescovo di Monaco dal 1977 al 1982 

©  Lena Klimkeit/DPA –  Ratzinger (Afp)

Sono almeno 497, di cui il 60 per cento minori tra gli 8 e i 14 anni di età, le vittime di abusi sessuali da parte del clero, nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, tra il 1945 e il 2019. Il dossier è stato presentato oggi dallo studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl ed era stato commissionato dalla stessa arcidiocesi che lo ha definito “una pietra miliare nell’ulteriore processo di gestione degli abusi sessuali“. Un report choc che, oltre a mettere in rassegna l’operato dei ministeri di Michael von Faulhaber, Joseph Wendel, Julius Doepfner, Friedrich Wetter e Reinhard Marx, getta pesanti ombre sulla gestione del Papa emerito, Joseph Ratzinger, che fu arcivescovo di Monaco dal 1977 al 1982 per poi diventare Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede (1982-2005), organismo vaticano che si occupa proprio di casi di delicta graviora.

“Benedetto XVI fino a oggi pomeriggio non ha conosciuto il rapporto dello Studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl, che ha più di 1000 pagine”, ha risposto monsignor Georg Gaenswein, segretario particolare di Ratzinger, secondo quanto riferito da Vatican News. “Nei prossimi giorni esaminerà con la necessaria attenzione il testo – ha continuato -. Il Papa emerito, come ha già più volte ripetuto durante gli anni del suo pontificato, esprime il turbamento e la vergogna per gli abusi sui minori commessi dai chierici, e manifesta la sua personale vicinanza e la sua preghiera per tutte le vittime, alcune delle quali ha incontrato in occasione dei suoi viaggi apostolici”.

La Santa Sede “ritiene di dover dare la giusta attenzione al documento di cui al momento non conosce il contenuto. Nei prossimi giorni, a seguito della sua pubblicazione, ne prenderà visione e potrà opportunamente esaminarne i dettagli”, ha dichiarato il direttore della Sala Stampa Vaticana Matteo Bruni che ha aggiunto: “Nel reiterare il senso di vergogna e il rimorso per gli abusi sui minori commessi da chierici, la Santa Sede assicura vicinanza a tutte le vittime e conferma la strada intrapresa per tutelare i più piccoli, garantendo loro ambienti sicuri”.

Secondo il dossier di oltre mille pagine, sono 235 i responsabili degli abusi: 173 sacerdoti, 9 diaconi, 5 referenti pastorali e 48 persone dell’ambito scolastico. Delle quasi cinquecento vittime, 247 sono di sesso maschile. In una settantina di casi l’identità della vittima non è stata accertata.

Alla conferenza stampa di presentazione del rapporto non era presente il cardinale Reinhard Marx che però ha in seguito rilasciato una dichiarazione dicendosi di sentirsi “corresponsabile per quanto accaduto nella Chiesa negli ultimi decenni” e ha chiesto scusa, a nome dell’arcidiocesi, “per le sofferenze” provocate”. “Il mio primo pensiero va alle persone vittime degli abusi“, le quali “attraverso rappresentanti della Chiesa hanno subito lacerazioni e sofferenze”, “sono sconvolto e provo vergogna”, ha detto Marx. “Sappiamo da anni che gli abusi sessuali non sono stati preso sul serio nella chiesa” e che i colpevoli “non sono stati chiamati alle loro responsabilità”.

Proprio per questo l’arcidiocesi ha commissionato il dossier. “Gli incontri con le vittime hanno provocato in me una svolta, hanno cambiato la mia percezione della Chiesa, e continuano a farlo”, ha poi sottolineato. Il cardinale Marx l’anno scorso presentò le sue dimissioni a Papa Francesco (che le rifiuto) per la “catastrofe” dei casi di pedofilia compiuti da uomini di Chiesa nei decenni scorsi in Germania. Gli autori del dossier hanno individuato 67 chierici come autori di abusi “reali o sospetti” che meritavano una sanzione canonica. Secondo loro, inoltre, il numero di crimini non segnalati sarebbe “considerevolmente più alto”.

Quattro i casi che chiamano in causa pesantemente Ratzinger, con i responsabili degli abusi rimasti ancora in carica. Nel corso dei cinque anni in cui a Monaco c’era il futuro Papa Benedetto XVI, alcuni abusi sarebbero stati commessi da due religiosi che prestavano assistenza spirituale ai giovani e nei confronti dei quali non si presero provvedimenti.

Il caso più eclatante, riguarda un sacerdote della diocesi di Essen, padre Peter H., che nel 1980 fu trasferito a Monaco, perchè accusato di pedofilia. Il settimanale tedesco Die Zeit nei giorni scorsi aveva accusato il Papa emerito di aver coperto le azioni del prete che avrebbe abusato, tra il 1973 e il 1996, di 23 ragazzi dagli 8 ai 16 anni, in veste di cappellano prima e di parroco dopo. Die Zeit scrive di un decreto extragiudiziale del tribunale ecclesiastico dell’arcidiocesi di Monaco datato 2016. Padre Peter H. fu condannato a pagare una somma alla fondazione per bambini Tabaluga. Ma il suo agire non fu fermato. Il decreto della diocesi menziona direttamente il Papa emerito spiegando che, sebbene conoscesse la storia del sacerdote che aveva commesso le violenze, “lo accettò e lo insediò nella propria arcidiocesi”.

Al settimanale, ha risposto monsignor Gaenswein affermando che la ricostruzione fornita “è falsa”. All’attuale arcivescovo di Monaco, il cardinale Marx, andrebbero attribuiti “errori” di comportamento relativamente a due casi di abusi nel 2008. Al suo predecessore, il cardinale Wetter, ventuno. Si è constatato un aumento significativo del numero di denunce a partire dal 2015. Dei contenuti del report i vertici dell’arcidiocesi di Monaco non erano a conoscenza fino alla sua pubblicazione, a eccezione di alcune anticipazioni su organi di stampa tedeschi. La Chiesa di Monaco si esprimerà sul contenuto del report, “dopo un esame iniziale”, il prossimo giovedì, il 27 gennaio. 

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