Il primo giorno di votazioni per il Quirinale è andato come da copione

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Il primo giorno di votazioni per il Quirinale è andato come da copione.

Tra capannelli e schede bianche, finisce con una fumata nera, mentre fervono i contatti tra i leader dei partiti e quelli con il premier.

Si conclude con una (prevista) fumata nera il primo scrutinio per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. La maggioranza delle forze politiche, tranne poche eccezioni, nel pieno delle trattative per tentare di raggiungere un’intesa su un nome il più condiviso possibile, hanno scelto la linea ‘attendista’, quella che consente di non scoprire le carte ed evitare di indicare candidati di bandiera.

Dal Pd a M5s, da FdI a Lega e Forza Italia fino a Leu e Italia viva, tutti hanno dato mandato ai rispettivi grandi elettori di votare scheda bianca. Tanto che le operazioni di voto procedono più rapidamente del previsto e a più riprese il presidente Roberto Fico è costretto a sospendere la seduta per attendere che ‘scatti’ la fascia oraria successiva.

Proprio per garantire la massima sicurezza sanitaria anti Covid, infatti, i grandi elettori sono stati suddivisi per scaglioni di 50, con fasce orarie prestabilite per poter accedere in Aula e votare. Il quorum richiesto nella prima votazione – e così nelle due successive – è dei due terzi, pari a 672 voti. Questo perché il plenum dei grandi elettori è sceso di una unità, da 1009 a 1008, a causa della scomparsa del deputato di Forza Italia Vincenzo Fusaro.

Il plenum sarà ripristinato, salvo sorprese dell’ultimo minuto, già domani, con la riunione della Giunta per le elezioni (prevista alle 10) e la seduta ad hoc dell’Aula della Camera (alle 12) per la proclamazione.

Fusaro – che è stato ricordato oggi da Fico ad apertura di seduta ma senza che l’emiciclo osservasse un minuto di silenzio, in quanto non previsto dal rigido protocollo, nonostante il ‘suggerimento’ della presidente Casellati a Fico, che si è consultato con il segretario generale per poi convenire che non era possibile – sarà sostituito da Maria Rosa Sessa, detta Rossella, prima dei non eletti del partito azzurro nello stesso seggio.

Votano anche i grandi elettori positivi nel seggio speciale allestito nel parcheggio esterno della Camera, ma su 17 richieste – pervenute con l’obbligatorio certificato medico – solo in 11 si presentano nel drive in a bordo di mezzi propri o di un’ambulanza. L’esordio spetta al deputato azzurro Ugo Cappellacci.

Nessun disguido, tutto fila liscio. Momenti di suspence (se non vero e proprio terrore) per i tanti giornalisti presenti a Montecitorio per seguire il voto: nel corso dello scrutinio, infatti, salta la connessione a internet della Camera. Nessun attacco hacker, viene spiegato, ma un problema tecnico che a fatica si tenta di risolvere, lasciando l’intera area del palazzo senza collegamenti alla rete.

Per tutta la giornata si susseguono incontri, faccia a faccia e colloqui (tra i piu’ ‘attenzionati’ quello tra Matteo Salvini e Enrico Letta e tra lo stesso Salvini e il premier Mario Draghi a palazzo Chigi, molto attivo anche il leader M5s).

Girandole di incontri che si ripeteranno anche martedì, mentre si procederà al secondo scrutinio (sempre a partire dalle 15, per consentire ai parlamentari di partecipare ai funerali di Fusaro la mattina).  Mercoledì, invece, giorno del terzo scrutinio, la seduta inizierà alle 11.

Ma è il ‘colore’ a farla da padrone nella prima giornata: arrivano alla spicciolata i delegati regionali, tra spaesamento ed emozione, soprattutto per chi varca il portone – dopo aver esibito l’obbligatorio green pass semplice all’ingresso – di Montecitorio per la prima volta.

Non manca la protesta della no vax sara Cunial, che prima tenta di entrare alla Camera senza certificazione verde, poi prova a votare nel drive in per i positivi ma viene ‘respinta’. Torna nel palazzo, dopo una lunga assenza per motivi di salute, il ‘senatur’ Umberto Bossi, il primo a votare: fa il suo ingresso nell’emiciclo su una sedia a rotelle. Commuove l’affettuoso saluto con Pierluigi Bersani.

Molti i selfie richiesti a Liliana Segre, scherzi e battute tra Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti. Il Transatlantico, nuovamente libero all’accesso, torna a essere il vero palcoscenico della giornata. E non mancano i capannelli e i mini assembramenti, nonostante le regole rigide anti Covid.

Tutti rigorosamente con le mascherine Ffp2 sempre sul viso, come da norme interne, i 1008 grandi elettori si scambiano impressioni, valutano scenari e si concedono ragionamenti su chi sarà il successore di Sergio Mattarella e come si stanno muovendo i rispettivi leader di partito, tutti presenti in quanto votanti, a eccezione di Giuseppe Conte, che è sì a Montecitorio ma non è parlamentare.

Esordio in Transatlantico per i microfoni, posizionati all’ingresso dell’Aula, con cui i funzionari e commessi annunciano gli ‘scaglioni’ dei grandi elettori che devono fare ingresso nell’emiciclo per il loro turno che, a loro volta, diligentemente si mettono in fila per votare. 

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

Corriere Nazionale

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